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Sanremo 2011, Bella Ciao e Giovinezza tra le canzoni: Gianni Morandi spiega, i politici insorgono

Foto: AP/LaPresse

UPDATE.
L’Agi ha appena scritto: No del cda Rai a ‘Bella ciao’ e a ‘Giovinezza’ al prossimo festival di Sanremo.

Come abbiamo visto nel post dedicato al regolamento la novità principale del Festival di Sanremo 2011 riguarderà la serata dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia quella in cui i cantanti, oltre a proporre il loro brano inedito, dovranno cantare una canzone storica. Su questo punto è scoppiata la polemica, perché il direttore artistico del Festival di Sanremo Gianmarco Mazzi ha annunciato i titoli di alcuni brani, che sono considerati da molti politicamente schierati:

Nella serata dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia sarà bello cantare canzoni di tutta la nostra storia come Bella Ciao, nata come canto delle mondine, e anche Giovinezza, che è passata alla storia come inno del ventennio, ma nacquae come canzone della goliardia toscana nei primi del ‘900 … sono molte le curiosità non conosciute legate a questi brani e noi le racconteremo al pubblico.

Gianni Morandi ha spiegato a Libero perché ci saranno queste canzoni al Festival:

Con Gianmarco Mazzi abbiamo stilato un regolamento che prevede per la serata del giovedì l’esibizione di 14 cover che hanno per tema l’Italia. Il nostro Paese celebra quest’anno i 150 dell’unità geografica e politica per cui abbiamo pensato a brani a tema. Bella Ciao è la canzone sul periodo partigiano, ma ci sono altre proposte come un brano sulla ricostruzione, uno sul boom economico, un altro sugli anni della contestazione, uno sull’Italia degli emigranti. [Giovinezza] è la canzone del Ventennio, anche se questo nacque come coro goliardico in Toscana senza precise connotazioni fasciste. E’ stato poi strumentalizzato. Vale il discorso fatto con Bella Ciao. Sono canzoni … Quelle quattordici canzoni storiche rappresentano altrettanti quadretti dell’Italia, saranno pennellate in musica. Ci sarà anche Va pensiero tra l’altro. La verità è che in Italia usano le canzoni per fare politica, oggi che non ci sono più i comizi in piazza.

I politici non condividono. La lega, per bocca del senatore Paolo Franco commenta (fonte QN):

Sono ormai trascorsi 150 anni ma lo spartito dell’unità d’Italia rimane composto da note stonate. Il direttore artistico del festival di San Remo, Gianmarco Mazzi, annuncia trionfante che in occasione della serata dedicata all’unità d’Italia verranno intonate ‘O bella ciao’ e ‘Giovinezza, attribuendo a queste canzoni valori comunemente condivisi. Così non è, e la storia di queste musiche lo dimostra, nonostante l’infelice tentativo di Mazzi. Ben venga quindi la ‘dimenticanza’ (che non è stato dimenticato N.d.R) del ‘Va pensiero’ e dell’opera di Giuseppe Verdi, dovuta ad una apposita amnesia causata dal valore che la Lega Nord attribuisce all’opera che ne contiene i versi.

Da sinistra il segretario nazionale della Fgci Flavio Arzarello commenta:

Questa mattina siamo stati tra i primi a salutare con soddisfazione il fatto che a Sanremo si sarebbe cantata ‘Bella ciaò nella serata dedicata all’unità d’Italia. È proprio il caso di dire, tuttavia, che Mazzi non si smentisce mai: accostare ‘Giovinezza’ a ‘Bella Ciao’ è una vergogna colossale. Bella Ciao è il canto di tutta l’Italia libera e democratica, non si capisce perchè si debba cantare una canzone legata indissolubilmente al Ventennio e alla parte più drammatica della storia d’Italia e d’Europa. La verità è che anche quest’anno Sanremo sarà in piena linea con la Rai di questi tempi da fine impero.

Sulla stessa lunghezza d’onda è il segretario del PD Pierluigi Bersani:

Non ci credo, non è possibile! Se fosse così dovrebbero vedersela con noi.

Più duro Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti Italiani:

Presenterò un esposto alla procura della Repubblica competente per valutare se non ci siano gli estremi del reato di apologia di fascismo se si canta ‘Giovinezza’ all’Ariston. ‘Bella ciao’ è un canto della Resistenza. Sono due cose incommensurabilmente diverse. ‘Bella ciao’ la puoi cantare dovunque, rientra nell’opinabilità delle scelte di tipo canoro, ma ‘Giovinezzà è un’offesa ai morti della Resistenza.

Mirko Tremaglia di Futuro e Libertà non ne capisce l’utilità (“Mi sembra solo un’operazione nostaglia”), mentre il ministro della difesa Ignazio La Russa dice:

Nessun problema di equiparazione storica e comunque basta con l’avere la coda di paglia: milioni di italiani le hanno cantate. Proporre questi brani è soprattutto un modo di raccontare le curiosità storiche legate alle canzoni. Ad esempio, ‘Bella ciao’ era un canto delle mondine mentre ‘Giovinezza’ era cantata dai goliardi del tempo. In ogni caso è il momento di finire di avere la coda dipaglia e guardare invece alla realtà: si tratta comunque di due canzoni cantate da milioni di italiani.

Vittorio Sgarbi difende l’idea:

Sono d’accordo perché si cantino ‘Bella ciao’ e ‘Giovinezza’, ma solo perché sono due belle canzoni, non perché sono espressione di una ‘par condicio’ ideologica che sarebbe solo una idiozia delle solite teste di c… Si può riconoscere la bontà della cosa in sè, in quanto si tratta di due canzoni memorabili.

Alessandra Mussolini invece prende le distanze (fonte La Stampa):

Non capisco cosa c’entrino Bella ciao e Giovinezza con Sanremo, io non sono d’accordo e perciò il Festival quest’anno non lo vedrò.

Il giornalista Giampaolo Pansa a La Stampa dice:

una storia cominciata male, cioè con una gaffe di Morandi che pure mi è sempre parso un uomo intelligente e continuata anche peggio. È inutile negare che Giovinezza sia parte del costume nazionale. Ma se proprio devono farla, questa serata storica, vadano su qualche brano meno arroventato, su certi classici risorgimentali, tipo La bella Gigogin. O, visto che è implicato Morandi, ripropongano Si può dare di più: vuol mettere il riferimento agli evasori fiscali?

Lo scrittore Giorgio Bocca sottolinea:

Siamo all’apologia di fascismo una mossa folle, ma viviamo ancora in democrazia. Giovinezza era fascistissima, l’inno contrapposto dal regime alla Marcia reale. Bella ciao, invece, fra i partigiani non la cantava nessuno: avevamo cose più urgenti da fare. È stata inventata molto in seguito, negli Anni Sessanta, al Festival di Spoleto.

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