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Gaetano Di Vaio: dalla camorra al cinema con Gomorra Fiction

La storia di Gaetano di Vaio è una storia di riscatto: oggi, produttore cinematografico indipendente e consulente per Gomorra fiction, ieri, condannato per spaccio, rapine e rinchiuso nove anni dentro Poggioreale. In questi giorni è in uscita per Enaudi il suo libro Non mi avrete mai, una testimonianza degli anni di criminalità del produttore stesso,  una sorta di  Gomorra vista dall’interno,  dagli occhi di uno spacciatore che racconta la sua vita tra crimini e droga, cercando di sopravvivere senza affiliarsi mai veramente alla camorra.

 

 

Realizzare Gomorra Fiction senza security e senza Forze dell’ordine nei luoghi caldi di Scampia si può fare anche grazie a lui,  Gaetano Di Vaio, supervisore alla regia Sollima, che orchestra le riprese della fiction tramite la sua storia precedente e i suoi contatti sul territorio.  Riguardo ciò il famoso produttore cinematografico afferma:

 

Sono stato condannato per spaccio di droga dentro a Scampia, rapine a mano armata, furti e varie altre cose da delinquente, ma omicidi mai. Può succedere anche questo, mi ero creato una piazza di spaccio mia, sono durato tanto, ma alla fine sono finito dentro. Mai stato camorrista.  Posso dire di aver fatto il mediatore per l’ingresso del cinema nella Gomorra di Napoli, senza trattare con il Sistema, ma allontanandolo. Prima parlando con la gente comune, poi con le associazioni di territorio, infino con le istituzioni, in ultimo il sindaco De Magistris.

 

La storia di Gaetano di Vaio è lunga e articolata, raccontata ora nel suo libro e nei vari lungometraggi che ha prodotto tramite l’associazione Figli del Bronx ( tra cui ricordiamo La-Bas e Interdizione perpetua). Mentre la storia di Gomorra ficition è sull’altro lato del fronte: quello dei clan, delle lotte tra le famiglie camorriste  per la gestione del territorio, pronte a tutto pur di strappare il controllo della zona ai boss rivali. Di Vaio afferma che le due famiglie Conte e Savastano  in realtà non esistono, ma la violenza e la lotta per sopravivere in un terriotorio segnato dalla criminalità e dalla poverta è vera e continua ancora oggi.

 

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