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Recensione: La volpe e la bambina

Una bambina (Bertille Noël-Bruneau), passeggiando nel bosco, si imbatte in una volpe. Il suo desiderio di poterla accarezzare e la voglia di poterle diventare amica diventeranno il suo unico motivo di vita: la bambina, che abita in una casa poco distante dal bosco, si reca ogni giorno nel luogo dove l’ha trovata la prima volta per poterla avvicinare, ma la volpe accetta soltanto di essere guardata, ma non toccata.
Un giorno, due lupi stringono la volpe su un tronco, con l’intento di assalirla e mangiarla. La nostra protagonista, lentigginosa, dai capelli rossi e il vestito viola melanzana, riesce a far fuggire i predatori e a salvare la sua amica, che in cambio le permette di accarezzarla.
Da quel giorno inizia un nuovo tipo di rapporto tra la volpe, battezzata Titù dalla bambina e la stessa, che cerca col tempo di addomesticare l’animale (contro il suo volere).


La volpe e la bambina (Le renard et l’enfant), il nuovo film diretto da Luc Jacquet (La marcia dei pinguini) è una favola adatta a grandi e piccini, che merita due voti distinti, uno per la storia, veramente fiacca, che si conclude in malo modo e che si salva solo grazie al messaggio finale che dà la madre (la bambina cresciuta) al figlioletto a cui sta raccontando la favola e uno per l’ambientazione, splendida, descritta in maniera superba con immagini quasi documentaristiche.
La storia è totalmente insufficiente: con la scusa di essere una favola, si permette di narrare fatti poco credibili (una famiglia che lascia la figlia per giorni nel bosco, una bambina che con un coraggio da leoni e con mezzi di fortuna riesce a far fuggire i lupi), poi nel finale, con la scoperta che la voce narrante (in Italia doppiata senza arte ne parte da Ambra Angiolini) altri non è che la bambina, la favola diventa testimonianza e la fantastica avventura perde l’alone di magia che la circonda.
Gli ambienti sono splendidi: girato in parte sulle montagne dell’Ain e in parte nel nostro Parco Nazionale d’Abruzzo, il film aiuta a comprendere quali meraviglie stiamo trascurando, cosa significhi vivere nell’inquinamento (soltanto a vedere la pellicola, si respira aria più pulita), non solo dell’aria, ma anche acustico (grande importanza hanno i suoni della natura, il flauto della bambina, i versi degli animali, espressivi quanto i primi piani degli sguardi) e invita il pubblico a riavvicinarsi alla natura (anche se gli animalisti contestano l’uso degli animali nelle riprese, temendo trattamenti inadeguati).
Concludendo: La volpe e la bambina è un film ripetitivo, che non racconta nulla di nuovo, ma che ha il grande pregio di far battere il cuore dall’emozione, di fronte alle meraviglie della natura. Se piove o siete impossibilitati dal visitare i parchi nazionali o i boschi vicino a casa vostra vi consiglio di vederlo assolutamente, altrimenti lasciate stare il cinema e portate la vostra famiglia o i vostri amici a fare una gita fuori porta, per vedere dal vivo paesaggi fantastici, che giorno dopo giorno stiamo perdendo, prima che sia troppo tardi.

10 commenti su “Recensione: La volpe e la bambina”

  1. L’unica cosa positiva? L’ambientazione, per il resto fa schifo.
    Ma vi sembra normale usare degli animali per fare un film del cavolo come questo? Gli animali non si usano nè addomesticano, quella bambina è cretina vuole addomesticare una povera volpe , poi fa l’eroina salvando un cucciolo dai lupi…avrei preferito vedere il lupo che si mangiava la bambina!

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  2. LA VOLPE E LA BAMBINA”. GLI ANIMALISTI ITALIANI DENUNCIANO: BELLA TRAMA E POETICO RACCONTO MA USATI ANIMALI ADDESTRATI E SELVATICI ATTRATTI CON IL CIBO 21/3/2008
    “LA VOLPE E LA BAMBINA”. GLI ANIMALISTI ITALIANI DENUNCIANO: BELLA TRAMA E POETICO RACCONTO MA USATI ANIMALI ADDESTRATI E SELVATICI ATTRATTI CON IL CIBO

    Roma. Esce oggi nelle sale il film di Jacquet “La Volpe e la bambina”, una favola che vorrebbe descrivere il rapporto di una bambina con la natura, gli animali ed in particolare con una volpe.

    “Peccato” – dichiara Ilaria Ferri, Direttore dell’associazione Animalisti Italiani – “il film ha un importante messaggio -non è giusto possedere la natura e gli animali- ma per far questo, il bravo documentarista de “La marcia dei pinguini” strizza l’occhio a film d’effetto realizzando le scene con animali addestrati appositamente, o peggio, per sua stessa ammissione durante la conferenza stampa di presentazione del film a Roma, forse ingenuamente, ha detto di aver attratto con il cibo le volpi selvatiche del Parco Nazionale d’Abruzzo, in cui il film è stato in parte girato. Grave! Un fatto grave per cui invierò una lettera ufficiale non solo come direttore degli Animalisti Italiani ma anche come Consigliere del Ministro Pecoraro Scanio per la Biodiversità, tutela e diritti animali.

    Questo deprecabile comportamento necessita di spiegazioni e chiarimenti, nonchè di eventuali provvedimenti da parte del direttore della Direzione Protezione natura del Ministero dell’Ambiente e dal direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo. Nessun animale selvatico deve essere alimentato o attratto con il cibo, se non in casi rari a accuratamente valutati da veterinari, zoologi ed etologi; queste situazioni sono giustificabili solo in caso di particolari condizioni (climatiche, di carestia etc) che impediscono il naturale approvvigionamento di cibo dei selvatici. Inoltre utilizzare gli animali, anche se per “nobili”scopi, come il regista Jacquet vuole farci credere di aver fatto, è invece da condannare e deve far riflettere.

    Invitiamo soprattutto gli spettatori, in particolare i bambini, a richiedere che film che potrebbero essere così belli, come “La Marcia dei Pinguini” senza l’uso forzato e coercitivo di animali, non prevedano più queste violenze.

    E’ come se Spielberg per denunciare gli orrori della schiavitù degli africani, pretendesse ancora di utilizzare dei veri schiavi.

    Gli animali non vogliono e non devono essere utilizzati in tal modo perchè considerati ambasciatori della loro specie.

    Peccato, il Jacquet de “La Marcia dei Pinguini” ci piaceva, gli suggeriamo di tornare a fare il documentarista.

    Per rispettare gli animali bisogna davvero imparare a non essere ipocriti e possessivi, accettare con pazienza i loro tempi e le modalità con le quali ci offrono la gioia di farsi conoscere e di aiutarci a comprendere i loro comportamenti e la magia della loro vita, ma da animali liberi!”

    Roma, 21 marzo 2008-03-21

    Animalisti Italiani Ufficio Stampa Federica Cuccagna 0623232569

    [email protected]

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  3. Condivido appieno la critica all’uso di animali. Credo che anche con tutte le attenzioni di questo mondo non si dovrebbero utlizzare gli animali, ma nel cinema e nelle fiction televisive è ormai consuetudine. Credo che si dovrebbe trovare una giusta mediazione, che non può essere certamente un intero film con protagonista una volpe.

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  4. Bravi! Sono contro chi utilizza delle povere creature per i propri scopi, certe persone o enti vanno puniti severamente. Se serve aiuto io sono quì!

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  5. mi chiedo perchè con tanti problemi che ci sono nel campo della difesa dei diritti degli animali bisogna sempre cercare il pelo nell’uovo…

    parlo da animalista attivo (non attivista, ma attivo) che conosce profondamente la tematica della difesa dei diritti degli animali e che li aiuta attivamente lavorando in canili gestiti da associazioni di animalisti.

    il regista non ha maltrattato la volpe o gli animali del parco dell’abruzzo, ha semplicemente girato il film dandole da mangiare.

    perchè tutte le volte che nasce qualcosa di poetico (perchè questo film è poetico) c’è sempre bisogno di qualcuno che rompa la magia e in questo caso anche animalisti?

    perchè bisogna sempre rompere la magia…a forza di fare i rompiscatole (“…perchè per la legge xx art.xx del codice xx…”) per queste cose – che sono piccole cose in confronto a vivisezione, pellicce, caccia e pesca sportive, circhi, zoo, acquari, massacro di gatti in cina e di foche in canada etc..etc..- la figura dell’animalista decade, ed è già decaduta.

    un mondo che non fa uso di animali non è possibile,
    ciò che è possibile ed è un dovere per tutti è un mondo in cui ci sia i rispetto per gli animali

    in questo film è stato fatto uso di un animale, che è stato rispettato e non maltrattato…se vogliamo fare un salto al circo possiamo vedere invece animali usati e maltrattati!

    tutto sta nella ragionevolezza di ciascuno e in quanto ogni animalista voglia essere di classe o quanto voglia ostentare a tutti i costi il suo essere animalista

    grazie

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  6. @ lorenzo:
    Sono daccordo con te.
    un unico appunto a chi ha scritto la recensione del film. Ma l’ha visto almeno? Riporto quanto scritto: “…poi nel finale, con la scoperta che la voce narrante … altri non è che la bambina, la favola diventa testimonianza e la fantastica avventura perde l’alone di magia che la circonda.”
    FIN DALL’INIZIO SAPPIAMO CHE LA VOCE NARRANTE è DELLA BAMBINA. PERCHè PARLA IN PRIMA PERSONA. QUINDI PRIMA DI SCRIVERE RECENSIONI INUTILI E FALSE GUARDATI IL FILM.
    by Frank Pycon

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  7. Ma lasciamo li di fare i moralisti! E soprattutto noto molta ignoranza da molte persone che si professano animalisti, la volpe è un canide e come tale si presta ad un addestramento senza alcun problema, anzi la volpe è molto curiosa e per lei l’uomo è una fonte formidabile di stimoli e ricordiamoci che i nostri cani che abbiamo nelle nostre case hanno come origini il lupo e anche la volpe e non crediamo che sia poi cosi differente. Per esempio esistono razze di cani che provengono direttamente dal Lupo e sono cani formidabili, quindi secondo alcuni dovremmo criminalizzare per mantenimento in cattività tutti i possessori di cani. Ma dai! Cercate di andare contro a chi uccide le volpi e gli animali in genere e non chi con questo film a cercato di avvicinare adulti e bambini alle sensazioni meravigliose che la natura ci offre…
    è stato scritto: “fatti poco credibili (una famiglia che lascia la figlia per giorni nel bosco, una bambina che con un coraggio da leoni e con mezzi di fortuna riesce a far fuggire i lupi),”.
    Su questo avrei molto da dire:
    1 La storia è stata raccontata in modo fiabesco quindi il regista non si è nemmeno lontanamente preoccupato di farla sembrare credibile ma voleva raccontare le emozione e soprattutto le sensazioni che prova un bimbo nell’avvicinarsi ad un animale estremamente misterioso e fantastico.
    2 una bambina può far scappare dei lupi! Ricordiamoci che il lupo ha una estrema paura dell’uomo e di tutti quegli odori che lo ricordano( non confondiamoci, non sono cani che possono essere molto pericolosi se aggressivi verso l’uomo). Negli ultimi 100 anni non sono mai stati registrati attacchi da parte di lupi all’uomo anzi esistono storie reali di convivenza tra uomini e lupi e tra bambini e lupi, date un occhiata:
    http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-defonseca_misha/sku-12834477/sopravvivere_con_i_lupi_.htm
    Non esageriamo nell’essere così garantisti verso gli animali, gli animali esistono anche per essere vissuti, con amore ma vissuti,se no non esisterebbero delle storie così belle come queste.

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  8. Gli animalisti non si rendono conto che con il loro protezionismo esasperato allontanano la gente dalla natura e dagli animali, provate ad accarezzare una volpe è una cosa meravigliosa e più meraviglioso ancora è vedere che lei curiosissima ti segue e ti osserva. Amare gli animali vuol dire viverli. Con amore ma viverli!

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