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Recensione: Ortone e il mondo dei chi

Ogni persona è importante per piccola che sia.”. Con questa massima si conclude il film Ortone e il mondo dei Chi, film tratto dalla storia, datata 1954, del vignettista americano Dr. Seuss (Il Grinch), film d’animazione, ricco di contenuti, per grandi e piccini.
Ortone è un elefante che vive felicemente nel suo habitat naturale. Un giorno, mentre si sta facendo il classico tuffo nella pozza d’acqua, sente un grido d’aiuto, fatto dal sinda-chi, il capo di una comunità, i Chi, che vivono su un granello di polvere, appoggiato ad un fiore: il paese di Non so chi.
Il sinda-chi, ha bisogno di stabilità per la sua popolazione, che vive con l’idea di essere sicura e felice per l’eternità, ma che è invece minacciata dalla catastrofe imminente (se il fiore cade, anche il granello di polvere si schianterà per terra, facendo estinguere la popolazione).


Ortone si prende cura dei suoi nuovi piccoli amici, difendendoli dalla cattiva Cangura, autoproclamatasi capo della comunità, il perfido avvoltoio Vlad (che niente ha a che vedere con il coniglietto tenerissimo amico di Ortone, che nel finale porta i biscottini) e dagli stupidi macachi che obbediscono a tutti gli ordini impartiti.
Ortone e il mondo dei Chi vede schierati i numeri uno della Blue Sky (quelli de L’era glaciale), Steve Martino e l’ex Pixar Jimmy Hayward, per realizzare un’opera bellissima a livello tecnico (ambientazione particolareggiata, caratterizzazione perfetta, senza parlare dei disegni), capace di inviare messaggi importanti a tutti gli spettatori, tra cui il bisogno di preservare il mondo in cui viviamo, rispettare qualsiasi essere vivente, anche il più piccolo e a dare più importanza alla creatività e all’immaginazione (il vero motore di tutto il film), ragionando, ma con la propria testa e non con quella del leader (sia nella giungla, che nel micromondo i grandi capi hanno torto).
La pellicola sottolinea l’importanza della comunità, nel bene (i Chi, tutti insieme riescono a farsi sentire anche fuori dal loro mondo) e nel male (la caccia all’elefante, per prendergli il fiore).
Prima di concludere vorrei annotare l’ottima la scelta di Christian De Sica per il doppiaggio di Ortone, che riesce con la sua parlata a dare umanità e familiarità al personaggio, cosa che solitamente solo i doppiatori professionisti riescono ad ottenere, ma che nei film d’animazione spesso viene messa in secondo piano preferendo un attore noto che faccia da traino per lanciare il film piuttosto che una voce capace.
Concludendo: Ortone e il mondo dei Chi più che un cartone animato è un insegnamento per tutti i suoi spettatori, un prodotto di qualità che va assolutamente visto, consigliato a tutti.

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