Recensione: I padroni della notte

Booklin, 1988: Bobby Green (Joaquin Phoenix) gestisce, nel quartiere russo, un locale economicamente fiorente, ma di dubbia legalità. In effetti, El Caribe, è frequentato da gente poco raccomandabile, tra cui Vadim Nezhinski (Alex Veadov), spacciatore, ma in realtà farabutto a 360° con la licenza di uccidere, ricercato da tutta la polizia di New York, dal capo, Albert Grusinsky (Robert Duvall), a suo figlio, l’agente modello Joseph Grusinski (Mark Wahlberg).
Bobby non vuole saperne niente dei traffici illegali (lui è un consumatore di droghe, non uno spacciatore), a lui interessa soltanto guadagnarsi il suo lauto stipendio, gestire un nuovo locale a Manhattan e godersi, Amada (Eva Mendes) la fidanzata di cui è pazzamente innamorato. Di contro non ha grande fiducia nemmeno della polizia, a tal punto da volersi far cambiare il suo cognome da Grusinski (ebbene si, è anche lui appartenente alla famiglia degli sbirri) in Green (il cognome della madre).
Il suo fragile equilibrio viene messo in discussione quando, dopo l’arresto di alcuni scagnozzi di Vadim, prima rischia la vita il fratello, poi rimane ucciso il padre. Da quel momento, anche lui, figlio scapestrato riluttante all’idea di legge, decide di collaborare con Joseph, entrando in polizia, per vendicare il padre e fare giustizia.

Recensione: Onora il padre e la madre – Un piccolo capolavoro

Un ladro, Bobby (Brian F. O’Byrne), rapina la gioielleria, ma qualcosa va storto e la vecchia signora proprietaria della gioielleria rimane uccisa, non prima di aver ammazzato a sua volta il malvivente. Fuori, il palo, Hank (Ethan Hawke), un uomo divorziato con problemi di soldi, vede il suo collega morto e scappa.
Un agente immobiliare, con problemi matrimoniali e di droga, Andy (Philip Seymour Hoffman), viene a sapere che il fisco effettuerà dei controlli e, avendo manipolato i conti, ha bisogno di contanti per scappare a Rio con la moglie, Gina (Marisa Tomei), e cominciare una nuova vita. Andy, disposto a tutto per salvarsi, chiede aiuto ad Hank per rapinare una gioielleria. Quello che accade già ve l’ho detto.
Nanette (Rosemary Harris) è una vecchia signora, moglie di Charles Hanson (Albert Finney), il gioielliere. Sabato mattina non dovrebbe trovarsi in gioielleria, ma a causa di un imprevisto dell’ultimo momento, la sua dipendente non può andare a lavoro e tocca a lei, visto che pure il marito ha un impegno (deve rinnovare la patente di guida), tenere aperto il negozio. Sabato mattina rimane uccisa nella rapina, lasciando oltre al marito distrutto e dilaniato dal dolore e pronto a scoprire i colpevoli, anche tre figli: Martha (Amy Ryan), Andrew detto Andy e Henry detto Hank.

Recensione: Sogni e delitti – La descrizione del senso di colpa

La sindrome di Cassandra (che riprende il nome dal mito greco) è una patologia che porta il paziente a prevedere sempre situazioni avverse sul futuro proprio e altrui.
Cassandra’s Dream, l’originario titolo del nuovo film di Woody Allen, Sogni e delitti, è una pellicola sullo stato mentale dei protagonisti, è un’analisi psicologica dell’accettazione dell’omicidio a trecentosessanta gradi.
Terry (Colin Farrell) e Ian (Ewan McGregor) sono due fratelli, che hanno bisogno di soldi per riuscire a realizzare i loro sogni. Entrambi credono nel destino, entrambi giocano d’azzardo, chi alle corse dei cani o giocando a poker, e chi con le donne (pronto a puntare sul tavolo della vita tutto ciò che ha). L’occasione capita quando, un ricco Zio D’America, riesce a convincerli ad ammazzare una persona che potrebbe creargli qualche grattacapo, in cambio del denaro tanto sognato, capace di realizzare ogni desiderio.