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Le septième juré: quando il pregiudizio rischia di far condannare un innocente

Nella tipica cittadina francese del periodo post guerra d’indipendenza algerina, un distinto farmacista, Grégoire Duval (Jean-Pierre Darroussin), strangola una giovane ragazza, che è appena stata abbandonata mezza nuda dal suo compagno, un operaio agricolo argentino, perché rifiutato dalla giovane quando prova a possederla.

Il caso vuole, che nei paraggi non ci sia nessun testimone, che la polizia scelga di condannare per il crimine proprio il suo ex fidanzato, Khader Boualam (Lahcen Razougir) e che il farmacista venga chiamato a far parte della giuria che deve decidere la sorte del ragazzo.

Il signor Duval, ravvedutosi per quello che ha commesso, decide di difendere strenuamente l’algerino dall’accusa di omicidio.


Le Septième juré, tratto dall’omonima novella di Francis Diderot, già trasformato nel 1962 in un film da Bernard Blier, è un film per la tv (France 2) diretto da Edouard Niermans, che tratta delle tematiche attuali quali il pregiudizio e il razzismo in modo crudo e toccante.

Del film, vincitore del premio per il miglior attore protagonista (Jean-Pierre Darroussin) all’ultimo RomaFictionFest, non si sa se verrà mai trasmesso in Italia.

Peccato perché nel suo curriculum vanta anche il Golden Fipa per il miglior attore e il miglior film, i premi per la migliore attrice (Isabelle Habiague) e la miglior pellicola al Luchon International Film Festival, il Golden Nymph ancora per il miglior attore e i Magnolia Award per la miglior sceneggiatura e il miglior soggetto (Didier Le Pecheur), a dimostrazione della qualità dei novanta minuti di film.

Concludendo: Le septième juré è un altro ottimo prodotto che forse non riusciremo mai a vedere. Tanto noi italiani continuiamo ad accontentarci di vedere le repliche.


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