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Lo Zecchino d’oro rischia di chiudere e il Mago Zurlì quest’anno non ci sarà. Cosa succede a Bologna?

L’edizione di quest’anno de Lo Zecchino d’Oro, la cinquantesima per esattezza, potrebbe essere l’ultima: a quanto pare il centro di produzione dell’Antoniano di Bologna non naviga in buone acque. Stefano Gragnin, il portavoce della Fistel (il sindacato dei lavoratori dello spettacolo) fa sapere:

Non ci sono contratti da gennaio e si paventa l’ipotesi di cassa integrazione per i dipendenti.

L’attività del centro di produzione è passato da 200 ore nel 2001 alle sole 15 attuali. Per ora sono certi, oltre alla manifestazione canora dedicata ai più piccoli, lo Speciale di Natale e l’ultima registrazione di Music Gate, poi più nulla. Gragnin ricorda l’importanza culturale della manifestazione:

È una realtà che da cinquant’anni fa parte delle vicende culturali della città, con il Piccolo Coro dell’Antoniano, il mago Zurlì, Mariele Ventre. È un patrimonio dell’Unicef, ed è anche un centro formativo con corsi specifici per tecnici radio-tv.

La richiesta che fa il sindacato è quello di salvaguardare uno dei due centri italiani che si dedicano esclusivamente alla televisione dei ragazzi (l’altro è a Torino), inserendo nel contratto tra RAI e Stato in maniera inscindibile l’Antoniano di Bologna e Lo Zecchino D’Oro.

Cristina D’Avena, che esordì allo Zecchino d’Oro nel 1968 con Il valzer del moscerino, commenta:

Se davvero il centro di produzione dovesse chiudere ne sarei molto dispiaciuta, sono nata lì, ho lavorato tanto insieme a loro, ne conosco ogni angolo. Lo Zecchino, per l’Antoniano, è una i frati ci hanno investito tanto, hanno fatto molti sacrifici per portarlo avanti: è una vera istituzione per la città.

Se volete partecipare anche voi alla petizione per salvare lo show, potete mandare una mail a [email protected].

Nel frattempo anche la cinquantesima edizione è investita da polemiche: Cino Tortorella, il famoso Mago Zurlì, non sarà presente allo show (nonostante fosse stato annunciato) di cui è stato uno dei padri fondatori (fonte Corriere.it):

Alla Rai si sono accorti che sono troppo vecchio, ancora non mi hanno confermato nulla e credo che, quasi certamente, non parteciperò. A quanto pare non sono gradito all’attuale dirigenza Rai. C’è chi, con durezza, non mi ritiene più adatto; dei bambini in Rai non importa nulla a nessuno, pensi che c’era, in passato, un dirigente che diceva chiaramente che i bambini gli davano fastidio.

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