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Il diverso in tv è solo per fare audience?

 Tv benefattrice od opportunista? E’ un eterno dilemma su ci si sofferma ogni qual volta venga proposto qualcosa di insolito, diverso se volete, attorno a cui il mezzo televisivo crea un‘aura d’aspettativa, non è dato di sapere se per coinvolgere lo spettatore e istruirlo sulle peculiarità della vita o piuttosto per far lievitare l’audience e quindi l’interesse per una determinata trasmissione.

Neanche troppo tempo fa ci penso Maria De Filippi a dar fuoco alle polveri ospitando a C’è posta per te due ragazzi affetti dalla sindrome di Down. Carmen Rotoli presidente dell’Agpd, Associazione genitori e persone con la sindrome di Down, espresse un’opinione del tutto negativa nei confronti della conduttrice: “Ride di loro, dei nostri ragazzi. Io non voglio giudicare nessuno, ma li trattano come bambini. Molti nostri iscritti sono indignati. Bisogna rispettare la fragilità di questi giovani, la loro trasparenza: se no, li si fa soffrire, e si comunica il messaggio sbagliato. Li fanno apparire come pagliacci davanti a milioni di spettatori. Li ridicolizzano“. La De Filippi ribatté: “No, il pubblico ride insieme con loro, non di loro E noi non li ridicolizziamo per nulla. E’ 2, 3 anni che i ragazzi Down vengono da noi, su richiesta loro o dei genitori. Li tratto come tutti gli altri. Con assoluta normalità. Così va fatto. Così dovrebbero trattarli tutti, comprese le loro famiglie. Anche chi fa queste critiche, e mi fa molto incavolare“.

In tempi più recenti la vittoria di Vladimir Luxuria a L’isola dei Famosi, ha dato adito ad una serie di interpretazioni in alcuni casi non prive di una sottile strumentalizzazione politica, “una vittoria contro i pregiudizi”, la definì la stessa Luxuria, il cui trionfo venne addirittura accomunato a quello di Barack Obama, primo presidente afroamericano degli Stati Uniti, un accostamento che ci lasciò a dir la verità un po’ perplessi.

Ora anche il Grande Fratello 9, gioca la carta del “diverso”, ospitando nella casa più osservata d’Italia, Gerri un ragazzo cieco, mentre altri componenti del gruppo ammettono candidamente la loro bisessualità: ma sarà vero? O piuttosto certe dichiarazioni sono frutto di un disegno precostituito all’interno del quale ognuno recita una parte, non ultima la procace Cristina Del Basso fin dal primo momento definita dai giornali una bomba tutto sesso? E l’audience sale. Gli stessi autori avevano dichiarato che quest’anno “l’attualità sarebbe prepotentemente entrata nella Casa”, ma siamo proprio certi che la realtà sia proprio e solo questa? O non sarebbe meglio presentare il “diverso” in contesti televisivi alternativi, in cui non ci sia il più vago sospetto di strumentalizzazione? Al pubblico l’ardua sentenza.

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