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Le Iene, l’intervista al boss pentito Carmine Schiavone

Nella scorsa puntata de Le Iene è andata in onda un’intervista singola al boss pentito Carmine Schiavone, che era già stato nel programma in passato e che torna a far discutere.

Rivelazioni sconvolgenti quelle fatte da Carmine Schiavone, l’ex dei casalesi pentito sostiene di aver mandato in carcere moltissima gente: “Ho fatto andare in galera 1500 persone, ho fatto condannare a centinaia e centinaia d’anni di galera e di ergastolo”.

Schiavone sostiene di essersi pentito per un caso di coscienza e perché i camorristi non sono più uomini d’onore: “Io li ho distrutti sia a livello nazionale che internazionale!“. Parlando dell’influenza della camorra in politica, racconta che le spese erano a carico loro, in modo tale che si potessero risolvere meglio tutti i problemi:

Spostavamo centoventimila voti nella sola provincia di Caserta. Sceglievamo il sindaco, l’assessore… […] Noi eravamo il sistema, eravamo interni allo Stato, spostavamo i voti, facevamo votare la Democrazia Cristiana.

Schiavone aggiunge che erano i politici a cercarli per ottenere i posti, a volte andavano anche a casa sua per stipulare dei patti che definisce “un trattato di amicizia omertosa”.

E poi il problema dei rifiuti tossici, Carmine Schiavone racconta dei camion che arrivavano dal nord (dalle centrali tedesche, austriache e svizzere) pieni di rifiuti nucleari e tossici, svuotati in quella che oggi è chiamata La terra dei fuochi. Schiavone ha segnalato tutto, consapevole del danno che stava facendo al territorio e alle persone, ad oggi da pentito si preoccupa delle malattie che affliggono la gente del territorio e che sono diventate ormai una questione nazionale. L’uomo ha iniziato molto presto ad avere a che fare con la camorra, inizialmente per degli ideali che poi di fatto non ci sono mai stati:

Noi la mafia la vedevamo come una cosa bella, gesti eroici, pensavamo che dovevamo aggiustare i torti, tipo Robin Hood! […] Io venivo già da una famiglia di uomini d’onore, mia moglie era nipote di Peppe Braciola che era un grosso camorrista di Villa Literno.

Schiavone ha ammesso di avere ucciso tra le 50 e le 70 persone, “però erano tutti colpevoli”, specifica. E in più ha ordinato migliaia di omicidi e racconta la prima volta che ha ucciso qualcuno e confessa di essere stato male.

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