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Atlantide: storie di uomini e di mondi

Uno degli aspetti di Atlantide, la misteriosa civiltà scomparsa, è l’esser considerata anche come una sorta di civiltà iniziale, o comunque l’insieme di una serie di caratteristiche emblematiche del concetto stesso di civiltà.

Per questo credo che Atlantide, l’omonimo programma trasmesso su La7 alle 16 condotto da Francesca Mazzalai, abbia ottenuto il suo nome. Atlantide parla di civiltà. Civiltà in senso lato. Civiltà lette attraverso la storia del singolo. Ma non un singolo qualunque, ma un singolo che ha raggiunto lo status di simbolo nell’immaginario e nel sistema rappresentazionale collettivo.

Si parla infatti di aspetti storico culturali della civiltà, in un turbine ordinato di informazioni che parte da un’attenta contestualizzazione, fino ad arrivare al dettaglio del pensiero del singolo.


E’ come una specie di zoom narrativo continuamente aggiustato. La trasmissione parte in studio per poi tuffarsi decisa nelle immagini dei servizi, di ottima qualità, che spiegano le altre sfaccettature della vicenda.

Le parole della conduttrice fanno da didascalia e da introduzione ai servizi, in un format consueto al quale siamo completamente assuefatti. La voce narrante fa il resto della parte sonora, raggiungendo il cinquanta per cento dell’intera efficienza della trasmissione.

Da un lato infatti, non possiamo trascurare le musiche. Sono veramente belle,a spesso di tipo unicamente strumentale, ed accompagnano il parlato in modo realmente magistrale.

Quando si parla di Lucrezia Borgia, la musica sottolinea perfettamente I risvolti drammatici delle vicende che hanno caratterizzato la vita della figlia del papa, incorniciando con accordi minori e tonalità grevi temi altrettanto pesanti, e parole spese sulle accuse e sulle ipotesi di incesto.

Le immagini giocano un ruolo di primo piano. Vediamo dipinti, fotografie, zoom rallentati che spingono alla concentrazione sul tono e sul significato delle parole della voce narrante.

Ho notato anche, gradevole, una certa attenzione al climax narrative, per cui è quasi meglio non conoscere per niente, o conoscere molto poco le vicende, per godersi appieno gli espedienti narrativi.

Durante i servizi vediamo interviste ad alcuni ospiti, storici, scrittori, esperti dell’argomento di cui si parla, italiani e non, che aiutano a comprendere ulteriori particolari legati alle vicende narrate.

Si passa quindi, in questi momenti, all’ascolto di aneddoti e gossip anche su personaggi storici del passato, che solo i grandi esperti possono essere in gradi di raccontare con sicurezza.

La narrazione diventa storia, la storia si sviluppa, anche se in realtà si è sviluppata molto tempo fa, ma in questo momento rivive, nei suoi aspetti più significativi, anche se a volte emergono soprattutto i più crudi.

Ulteriore nnota positiva: per equità e completezza, quando si fa un’affermazione di una certa significatività, vengono citate le fonti. Non è assolutamente da tutti.

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