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Mario, Maccio Capatonda accende Mtv. Un gioiellino di ironia in una tv che soffre di “chiusofobia”

MARIO – UNA SERIE DI MACCIO CAPATONDA  – Mtv ha il suo gioiellino, la sua punta di diamante di una programmazione annunciata a settembre come rivoluzionaria ma alla fine risoltasi in un fuoco di paglia. Ma MarioUna serie di Maccio Capatonda rappresenta l’eccezione, una ventata di freschezza. E i fan di Herbert Ballerina, Rupert Sciamenna, Katherine J. Junior e di Anna Pannocchia saranno felicissimi. Quando va in onda? Tutti i giovedì alle 22.50.Il gruppetto capitanato da Maccio Capatonda (all’anagrafe Marcello Macchia) si era fatto conoscere al grande gruppo grazie a Mai dire martedì della Gialappa’s Band, all’interno del quale davano vita a esilaranti trailer di film inesistenti come Natale al cesso, Acqua corrente, Babby l’Orsetto, Rocchio 47. La combriccola allora con i suoi non-sense si prendeva beffe dei cinepanettoni, degli horror, dei film campioni di incassi. Con Mario invece l’attenzione si è spostata sul giornalismo televisivo, con risultati eccellenti.

Mario (Maccio Capatonda) è lo speaker di MTG, una testata giornalistica che passa di proprietà alla Micidial Corporation, di cui è titolare Lord Micidial (Rupert Sciamenna). Questo signore costringe il giornalista a prendere sotto la sua ala protettiva il figlio Ginetto, in modo tale da trasformarlo nel miglior giornalista d’Italia. Ve lo siete perso? Ci penso io. Cliccate qui.

Prima di costituire una presa in giro del mezzo televisivo in realtà l’autentico marchio di fabbrica della comicità di Maccio & co è la polisemia (ovvero il doppio senso, basti pensare alla scaletta intesa da Mario come la programmazione del tg e da Ginetto come una piccola scala), oltre che uno sbeffeggiamento intelligente della lingua italiana (Ginetto dice più volte di soffrire di “chiusofobia”) che raggiunge picchi di genialità nel paziente affetto da attacchi di panico. Il povero Gino Poveracci è frequentemente colpito dai lanci di ciabattine, michette, baguette. Ditemi che l’avete capita anche senza guardare.

L’altro ingrediente principale di Mario è naturalmente la comicità dell’assurdo: il personaggio di Anna Pannocchia è perennemente convinto di aspettare un bambino pur non avendo avuto alcun rapporto sessuale con Mario, il Molise nelle previsioni del tempo è inesistente, o meglio ignoto.

Ma è nelle parodie che Mario rivela il suo aspetto più feroce: l’onorevole Farabutti viene acclamato dalla gente non appena dichiara di aver rubato e di essere andato a trans anche nella giornata odierna, Luciano Onder ha le fattezze di un Ippolito Germer che augura “buone malattie a tutti”, ma l’obiettivo nemmeno troppo celato della sua satira è la morbosità della cronaca nera.

Nella seconda puntata del Mtg viene raccontato l’ennesimo omicidio e alcuni concittadini del defunto si riuniscono a bere e a festeggiare all’interno di una ricevitoria. Cosa vi ricorda? Esatto, l’atmosfera del paese nel quale vive il vincitore del Superenalotto. Successivamente, viene lanciato un televoto per decretare come è morto il malcapitato e infine viene ospitato in studio l’esecutore materiale del delitto, che annuncia con vibrante soddisfazione ospitate tv,un libro, un film e un possibile sequel. Dell’omicidio.

Il messaggio credo sia questo: forse il confine tra realtà e parodia in questo ambito è già stato ampiamente superato.

Insomma, in una tv avida di sperimentazione, poco propensa ad aprire i suoi orizzonti, sofferente di “chiusofobia” per dirla alla Ginetto, Mario rappresenta una bella boccata di ossigeno, soprattutto per Mtv. Se solo venissero rimosse alcune gag escatologiche, a volte decisamente fuori luogo.

 

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