Home » La stagione dei Blitz

La stagione dei Blitz

La retrospettiva non è solo commemorazione, ma un momento importante per la valutazione qualitativa di cose passate, potendole a un certo punto valutare dall’alto, e avendone una visione globale.

Nel mare del passato televisivo italiano fluttuano frammenti di storia che, visti a posteriori, si rivelano essere porzioni della cultura e della società del tempo. Le trasmissioni si sono evolute (non in tutti sensi) velocemente, il tasso di crescita del materiale audiovisivo è ormai esponenziale.

La stagione dei Blitz getta la rete in questo mare, e ripesca i frutti più succosi, i momenti più interessanti, gli spezzoni più divertenti e controversi di quella trasmissione che è Blitz, condotta dal 1981 al 1984 da Gianni Minà.


Il programma, al tempo in cui fu trasmesso, si presentò sicuramente come una grande novità, è stato addirittura definito come una sorta di sperimentazione.

Il primo aspetto che ne evidenziava la testa alta era proprio l’orario in cui la trasmissione veniva trasmessa: la domenica pomeriggio, consacrata alla visione della Domenica In di Pippo Baudo.

Un concorrente non proprio da niente, una sorta di Godzilla televisivo con cui confrontarsi. Ma Blitz aveva altri punti di forza, che l’hanno resa una trasmissione unica nel suo genere. Per prima cosa, di cosa parlava Blitz?

La risposta è semplice: di tutto. Niente veniva trascurato, tutti i temi che potevano essere di interese o essere resi interessanti passavano sotto il lavoro creativo degli autori del programma e del conduttore. E quando dico tutto non intendo dire semplicemente tutto ciò che piace, ma tutto ciò che per le persone allora – e ancora – rappresentava l’attualità.

L’amore poteva essere uno degli argomenti, oppure lo sport, o ancora una monografia. Blitz si esprimeva al meglio in modo assolutamente poliedrico, anticipando alla grande tutti i programmi che hanno poi sfondato le pareti dello studio.

Tutte le forme di comunicazione venivano sfruttate per parlare dell’argomento di interesse: dalle abilità artistiche di personaggi ripresi in studio, o in teatro o all’aperto, al sapiente uso di espedienti narrativi alternativi, come l’offerta di particolari chiavi di lettura di un testo, e oltre.

Il canto, la danza, la poesia, servivano a rendere bene l’idea, a moltiplicare i punti di vista, a creare mille telecamere umane interpretative in grado di cogliere gli attimi fuggenti delle questioni.

Quindi La stagione dei Blitz non è un “il meglio di”, ma una vera e propria valutazione analitica e non giudicativa di una trasmissione che è riuscita ad essere alternativa quasi fino allla ribellione, ma con un certo garbo.

Per tutti questi motivi la rilettura proposta da Gianni Minà insieme a Rita Tedesco su Rai 3 alle 23:45 del mercoledi ha come sottotitolo “un programma innovativo riletto dopo 25 anni”.

Tra i nomi legati a Blitz abbiamo quelli di Sergio Leone, Claudia Cardinale, Robert de Niro, Carla Fracci, la Savignano e la Terabust, Heather Parisi, Roberto Benigni, e molti, molti altri.

3 commenti su “La stagione dei Blitz”

  1. blitz,trasmissione inutile che serviva solo a rovinare gli eventi sportivi in diretta della domenica,il cui tempo in tv veniva fortemente ridotto per dare spazio ad argomenti di altissimo valore socio-culturale:musica del burundi,del bangladesh,del costarica..

    Rispondi

Lascia un commento