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Chiavi della città su Rai Storia

 Rai Cinema e Rai Storia presentano Chiavi delle città, da un’idea di Franco Scaglia, in onda la domenica alle 13.00 su Rai Storia. Berlino, Praga, San Pietroburgo, Istanbul, Gerusalemme: tutte città da aprire, basta trovare le chiavi giuste. E’ questa l’idea che sta alla base del progetto televisivo realizzato da Rai Cinema in collaborazione con Rai Storia. Cinque appuntamenti per conoscere ed attraversare la contemporaneità di luoghi complessi, carichi di storia, noti al grande pubblico eppure talvolta sfuggenti nella loro identità secolare che si condensa, oggi, in un’individualità non sempre facile da mettere a fuoco. Esistono tanti modi per entrare in una città e raccontarla cercando di coglierne l’anima.

Chiavi della città ha scelto quello apparentemente più semplice: il dialogo tra due autori di formazione ed età diverse, spesso esordienti davanti alla telecamera, che potesse arricchirsi delle suggestioni più diverse grazie ad incontri con persone, native o straniere, che di una particolare città hanno fatto il loro luogo d’elezione, la loro patria spirituale, intellettuale, creativa, esistenziale. Un viaggio alla ricerca della concretezza delle pietre, delle strade, dei quartieri, degli edifici, e soprattutto delle ragioni per cui questa realtà specifica costituisce un motivo di attrazione unica per chi ha scelto di abitarvi. Affidandosi allo straordinario potere evocativo che hanno le tracce di ciò che è stato, i reperti della Storia rimasti in superficie come segni indelebili del passato, gli autori e i registi di questi documentari hanno aperto le “Porte delle città” trovando di volta in volta le chiavi d’accesso più immediate e funzionali a svelare la personalità con cui esse si presentano al mondo di oggi.

Si comincia con “Berlino, la mutante”, di Dora Albanese e Filippo La Porta, regia di Andrea De Fusco. Città di cicatrici e tatuaggi, cantiere infaticabile, la capitale tedesca è la Porta sul Novecento più sanguinoso ma anche liberatorio. Da monumento vivente alla Memoria dei totalitarismi, è diventata il ponte transmediale verso il nuovo Millennio e la capitale dell’accoglienza nei confronti di ogni diversità. Berlino rappresenta la quintessenza della modernità: una modernità rattoppata e dinamica, ma soprattutto “adulta”, perché ci espone interamente i suoi traumi, anche quando vorrebbe nasconderli. Una memoria che vive nel presente, come dice Walter Benjamin. Sia la memoria volontaria dei suoi “tatuaggi”- dallo Judisches Museum di Daniel Libeskind (2001) al Checkpoint Charlie con il Museo del Muro, dal labirintico Monumento all’Olocausto ai 100 dipinti murali della East Side Gallery – sia la memoria involontaria delle sue indelebili “cicatrici” – la striscia che testimonia del Muro, la chiesa della commemorazione Kaiser Wilhelm Gedächtniskiche.

Berlino è il compendio del Novecento, delle sue utopie andate a male, delle sue speranze e dei suoi orrori: avanguardie e rivoluzione spartachista, Bauhaus e Cabaret, nazismo e Olocausto, la politica-spettacolo delle parate e il grigiore del socialismo reale, il discorso di Kennedy e il ’68 di Rudi Dutschke. Oggi è laboratorio e cantiere, vetrina di pulsioni, progetti urbanistici, ricerche culturali ed espressive vertiginose che investono ogni disciplina. La nuova Berlino non è una porta qualsiasi, ma la porta attraverso cui tutti dobbiamo passare. e puntate successive: Praga, l’arcana in onda domenica 11 Marzo, San Pietroburgo, l’incrollabile in onda domenica 18 Marzo, Istanbul, la sublime in onda domenica 25 Marzo, e a chiudere il giro Gerusalemme, la Santa in onda domenica 1 Aprile.

Photo Credits | Getty Images

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