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Minzolini: “Sono un perseguitato!”

Foto: AP/LaPresse

Augusto Minzolini, direttore del Tg1, in un’intervista rilasciata a Il Giornale, insiste nel difendersi da tutte le polemiche che hanno invaso il suo telegiornale, fin dal momento del suo insediamento. Dal crollo degli ascolti alla polemica col consigliere Rizzo Nervo per arrivare alle polemiche sulla sua linea editoriale.

Minzolini trova una scusa per ogni questione e non ci tiene minimamente a passare per il capro espiatorio. Tutt’altro:

Veramente lo share di rete si regge anche grazie al mio Tg. Quando sono arrivato io il 95% degli italiani aveva la possibilità di vedere non più di 30 canali. Oggi più dell’80% ne può vedere 250: la concorrenza è aumentata più dell’ 800%. È un’altra era televisiva.

La notizia della sconfitta col Tg5? Falsa anche quella:

Lo scorso anno ho perso solo una volta. Bisogna tornare al ’99 per ritrovare una performance del genere. Quest’anno il Tg1 ha perso due volte col Tg5 . Quando sono arrivato aveva perso 25 volte. Riotta prima perdeva 4 volte l’anno e i suoi predecessori chi 12, chi 80, chi addirittura, credo nel 2002, 120.

Minzolini entra in polemica anche con il consigliere del CDA Rai, Nino Rizzo Nervo:

E’ possibile che un consigliere di amministrazione possa dire in pubblico che la Rai è fallita e che il futuro è su La7. Se un consigliere di amministrazione Fiat dicesse in pubblico che Volkswagen è meglio, non verrebbe cacciato a calci nel sedere? Che danno erariale può aver fatto all’azienda?

Ad un certo punto dell’intervista, il direttore del Tg1 ci tiene a rimarcare nuovamente la leadership del suo tg:

Il mercato della tv generalista è in crisi, il Tg1 continua a essere il primo Tg con un trend più regolare del passato e io vengo messo in croce.

Sul caso della carta di credito aziendale e del possibile reato di peculato, tirato in ballo il 14 dicembre scorso, sempre secondo Minzolini, volutamente in prossimità della possibile caduta del governo Berlusconi, il discorso vira sulla linea editoriale, “vagamente” filogovernativa:

Per alcuni il pluralismo dell’informazione significa che c’è una scaletta di notizie che dai grandi quotidiani arriva ai telegiornali. Non vogliono giornalisti, ma megafoni. (Riguardo a Berlusconi, ndr) Com’è finità la storia di Noemi? E quella della D’Addario? Dovrebbero darmi un risarcimento per avermi messo in croce su quella vicenda!

E a chi lo accusa di essere il simbolo del potere di Berlusconi in tv, Augusto Minzolini se ne esce così:

Ma quale potere? Il potere perseguita, io sono perseguitato!

Ed ha aggiunto:

Sono venuto al Tg1 a fare il giornalista e non il passacarte, come vorrebbero tutti. Dico quello che penso e non mi faccio dire quali sono le notizie e quali no da questo regime alla rovescia… Sono quasi eroico a star qui, diciamolo.

Se lo dice lei…

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