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Elezioni anticipate? La tv chiede venia

 Credo nella libertà di espressione, cioè giornali e televisioni liberi di criticare il potere”, diceva il compianto Enzo Biagi. Ora che lo spettro delle elezioni anticipate torna ad aleggiare tra gli scranni del Parlamento, il timore da parte nostra è la riproposizione di un copione dalle parti già assegnate e battute scontate, scritto per una pellicola proiettata stancamente l’ennesima volta. Che le elezioni siano la massima espressione di democrazia non c’è al alcun dubbio, quello a cui non ci piacerebbe più assistere è il triste corollario che da qualche tempo le accompagna.

Per cominciare quell’obbrobrio legislativo chiamato par condicio, che dovrebbe (condizionale d’obbligo), regolamentare la visibilità dei vari movimenti politici e che di fatto la strangola. Intere trasmissioni informative, tra cui i tanto vituperati (forse perché utili) talk show, vengono sospesi, togliendo di fatto allo spettatore la capacità di farsi un’opinione, intanto il numero di transfughi delle urne si allunga di volta in volta. Senza contare il vergognoso spettacolo dei telegiornali che tra “panini” vari, pretendono di scandire le tendenze del voto, emettendo messaggi tutt’altro che subliminali su chi sarebbero i “buoni” e chi i “cattivi”.

Allo stato attuale vorremmo tanto risparmiarci simili spettacoli, per un semplice motivo: mancano le condizioni per una chiamata alle urne serena. Senza entrare nel merito di una legge elettorale nata male, non è questo l’ambito più adatto per simili considerazioni, esiste un’indubbia anomalia che da tanto, troppo tempo vizia il sistema radiotelevisivo italiano, che rende impraticabile quasi ogni accesso alla libera informazione, quella “libertà di espressione” di cui sopra.

Molto presto ci ritroveremo con una pletora di insigni politicanti adeguatamente imbeccati che, da che mondo è mondo è sempre stato così, si impegneranno a promettere quello che non potranno mantenere, certi grazie al sostegno del loro leader, che le rispettive esternazioni avranno la massima visibilità nei tg allineati sulle direttive di timonieri asserviti al potere. Avremo le massime cariche delle Stato che forti dell’autorità di cui sono state insignite, si faranno un baffo della par condicio, apparendo in una sorta di trasposizione della divina trinità in ogni ambito televisivo, arrogandosi il diritto d’essere i migliori. L’unica soluzione a questo punto è spegnere ogni accesso ai media, riversarsi sul web e cercare in quell’ambito l’ultimo barlume di vera democrazia rimasta, ma se al peggio non c’è mai fine, tanto vale lasciare inalterato l’attuale stato delle cose. Cambiare si può ma esistono davvero le condizioni nell’Italia di oggi?

4 commenti su “Elezioni anticipate? La tv chiede venia”

  1. Grazie Max..quanto al secondo commento, quando si dicono cose scomode le si addita come qualunquiste. Lieto d’esserlo! Grazie Pjt, si andasse a leggere Famiglia Cristiana (che come saprà non è l’Unità) di questa settimana, sono certo che sarà molto istruttivo…

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  2. Più che altro, si prende del qualunquista quando si dicono cose in maniera superficiale, facendo di ogni erba un fascio, senza esaminare le varie situazioni… fino all’invito a lasciare stare tutto perchè al peggio non c’è mai fine…
    Quanto al fatto che gli italiani siano stufi di questa politica non è certo cosa nuova, ma affrontare l’argomento così superficialmente e banalmente non mi sembra la maniera giusta per discuterne.
    Saluti

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