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Quello che (non) ho, Fabio Fazio: “Tre giorni di reading in uno spazio anti-televisivo”

 In una lunga intervista a Sette, Fabio Fazio ha raccontato come sarà il suo Quello che (non) ho, il nuovo programma de La7 con Roberto Saviano in onda il 14, 15 e 16 maggio:

Non è un programma tv. Sono tre giorni di ‘reading’ ripresi da una rete che ha una media di ascolti del 3,5%, in uno spazio anti-televisivo come le Officine Grandi Riparazioni di Torino, in contemporanea con il Salone del libro. Questo, insieme alla consapevolezza che il fenomeno del 2010 è irripetibile, ci dà molta tranquillità.

L’uso delle parole al centro della trasmissione:

Lucidare le parole, restituire loro un senso. Ci sono parole vecchie, che generano paura e ansia. E ci sono parole nuove, magari antiche di secoli, ma da riscoprire. Prendiamo la parola ‘futuro’. Per noi, che eravamo bambini il giorno dell’allunaggio, il futuro erano marciapiedi mobili e astronavi: Metropolis. Ora il futuro è la speranza che ti paghino i contributi per avere la pensione. Ma non puo’ essere cosi’. La crisi è un’occasione d’oro per ribaltare le regole. E riprendere a chiedere, a sognare, a ribadire.

Gli autori del programma sono sempre Pietro Galeotti, Michele Serra, Francesco Piccolo, Samanta Chiodini, Giacomo Papi e Federica Campana ma la fomula è sostanzialmente cambiata rispetto a Vieniviaconme:

Faremo una trasmissione molto politica, senza politica. Governo tecnico, decisione tecnica: ormai è una parola che indica autorevolezza, importanza, professionalità; ma toglie empatia. Noi invece vogliamo ridare emozionalità alle parole. Per questo chiediamo agli spettatori di farci sapere, attraverso i social network, la loro parola ‘cara’, cui sono piu’ affezionati. A ‘Che tempo che fa’, Benigni ha scelto ‘anatroccolo’. Saviano ha scelto ‘Super Santos’, il pallone con cui la sua generazione è cresciuta giocando nelle strade delle città del Sud.

Photo Credits | Getty Images

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