Home » Philippe Daverio: “C’è l’imperativo secondo cui la televisione deve essere per forza incolta”

Philippe Daverio: “C’è l’imperativo secondo cui la televisione deve essere per forza incolta”

Ieri abbiamo dato la notizia della cancellazione dal palinsesto di Raitre di Passepartout, il programma di Philippe Daverio. Oggi Il fatto quotidiano propone l’intervista al conduttore e critico d’arte. Lo stesso Daverio paragona il destino della sua trasmissione a quello di Parla con me di Serena Dandini:

Alla base ci sono una serie di complesse eccezioni giuriciche, le stesse che hanno portato alla fine di Parla con me.

Per il conduttore la Rai alla fine non rinuncerà a Passepartout, che fu annunciato nel corso della cerimonia di presentazione dei palinsesti:

Sarebbe un vero peccato non mandare in onda le puntate che ci sono state commissionate, e abbiamo già realizzato. Ce ne sono alcune particolarmente utili, come le tre dedicate alla mutazione urbanistica della Cina.

Per Daverio in Rai (a Raitre per la precisione, unica rete in cui ha lavorato) c’è molta gente appassionata di cultura, ma

è come se dicessero: ci piacerebbe tanto fare delle cose diverse , ma putroppo dobbiamo fare la televisione, e c’è questo imperativo secondo cui la televisione deve essere per forza incolta.

Ed ancora:

Bisogna per forza considerare la tv come generica, il problema è tutto qui. Il generico è necessariamente transpopolare; di conseguenza tutto quello che esula dalla banalità è visto con sospetto. Da quando sono nate le reti private, le cose sono peggiorate. Anche le reti pubbliche si sono allineate per il timore di uscire dal mercato.

Daverio così riconosce che in Rai la divulgazione culturale è affidata solo “alla famiglia Angela” e a La storia siamo noi, anche se qui con “taglio feroce filo-popolare:

Si parla sempre di Mussolini. Nei 150 anni dell’Unità, non si è stati capaci di produrre una seria trasmissione sulla storia d’Italia. Provi ad interrogare un italiano sui primi 50 anni della storia dell’Italia unita. Buio pesto.  […] Poi però a La storia siamo noi c’è lo speciale sulla cognata del portinaio della casa di vacanze di Mussolini.

Infine è ribadito così il giudizio severo sulla Rai:

Se esistesse il rating delle televisioni, Standard&Poors l’avrebbe declassata da un pezzo.

 

Lascia un commento