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Michele Santoro: “La tv che si fa assomiglia ai dirigenti che ci sono”

 Sull’ultimo numero di Vanity Fair, Michele Santoro commenta il successo mediatico per il suo attesissimo ritorno in tv, fissato al 3 novembre con Comizi d’amore in onda su Sky e diverse reti locali:

Mi sembra straordinario che già 50 mila persone – ma vedrà che andiamo verso le 100 mila – dopo aver pagato il canone Rai spendano 10 euro per vedere me. Che cosa fa Bersani, come si sintonizza con queste persone? E che cosa potrebbe accadere se si telefonassero con Di Pietro, Vendola, Casini, Fini, se andassero dal presidente della Rai Garimberti e gli chiedessero di mettermi in onda? Ma non succederà: non è alla loro portata, non sono capaci di fare queste cose normali. Questi sono soli, e lontanissimi dalla vitalità, dall’effervescenza dei giovani che tornano in strada, che protestano davanti alle banche, per esempio. Non credo che Bersani abbia alcun contatto con queste realtà. Ognuno di loro va per la sua strada e si considera autosufficiente. La verità è sotto gli occhi: i politici non li vuole sentire nessuno.

Il popolare giornalista è in aperta polemica con i dirigenti della tv di Stato (gli stessi responsabili del suo allontanamento dagli schermi di mamma Rai):

Hanno messo ai vertici dei signorsì: sarebbe divertente vedere che cosa succederebbe se tutti i produttori di format andassero alle Bahamas per un po’ e la televisione la facessero gli attuali dirigenti Rai: andrebbe in onda il segnale orario, forse solo il monoscopio. Sono incapaci, per questo ricorrono agli esterni: la Tv che si fa assomiglia ai dirigenti che ci sono.

Anche l’attuale dg Lorenza Lei non si salva da questo calderone:

Un po’ di azienda ne sa, conosce la Rai e gli artisti. Starebbe a lei decidere, ma mi pare che non vada nella direzione di invertire la tendenza.

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