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Gene Gnocchi parla di Zelig e di libertà televisiva

Gene Gnocchi, arruolato tra i comici che ogni martedì grazie a Zelig intrattengono milioni di spettatori su Canale 5, a La stampa spiega i motivi che l’hanno spinto ad accettare di tornare a lavorare a Mediaset, dopo anni di Rai e di Sky (dove tutt’ora conduce il Gnok Calcio Show):

Non l’ho fatto perché avevo voglia di grandi numeri. Mi hanno cercato Gino e Michele, credevo volessero organizzare una partita di Smemoranda. Mi hanno invitato e ho detto sì. Sono stato scoperto da loro, non potevo rifiutare.

Per il comico di Fidenza definisce Zelig un’oasi fucina di nuovi talenti:

Ha scoperto molti talenti, ad esempio Ale e Franz. Ultimamente non mi dispiacciono le terzine di Maurizio Lastrico. In questi casi devi capire se il comico regge alla distanza o se la sua forza si esaurisce nei tre minuti televisivi.

Gene Gnocchi parla anche del problema della libertà televisiva, che ha causato un appiattimento qualitativo della satira:

Inevitabile, quando tutto il potere è in mano a una sola persona. Rai e Mediaset appartengono allo stesso uomo, anche Presidente del Consiglio. Questo ha portato all’allontanamento di una certa satira e a un appiattimento qualitativo. Non essendoci concorrenza, non c’è stimolo a migliorarsi. E la qualità crolla.

2 commenti su “Gene Gnocchi parla di Zelig e di libertà televisiva”

  1. Ho visto tutte le puntate di questa nuova edizione di Zelig e devo proprio dire che mi piace molto meno degli altri anni. Ne ho parlato anche con altri fan di Zelig e tutti sono daccordo nel dire che parecchie delle new entry di quest’anno, fanno c…..are. Caro Gene al di la del fastidio che mi da sentire in TV sputare proprie verita assolute, sentenziare di “politica”, io guardo Zelig perchè ho voglia di ridere e non di ascoltare gente che dice a me come comportarmi, cosa è giusto o no, se Berlusconi è bravo o no. Cerca di essere spiritoso senza facili volgarità e lascia stare la politica. Quello che ho sentito da te mi sembra proprio uno spirito da patate, la fiera delle ovvietà vere (mica tanto per quello che mi riguarda) o presunte.

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  2. “(mica tanto per quello che mi riguarda)”

    una vera sorpresa, credimi, constatare che sei un berlusconiano. Un post davvero super partes amigo

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