Home » Recensione: Alvin superstar – gli scoiattoli canterini

Recensione: Alvin superstar – gli scoiattoli canterini

Alvin, Simon e Theodore sono tre fratelli scoiattoli che vivono da soli nel tronco di un albero.
Durante il periodo natalizio il loro albero viene tagliato e portato nel palazzo della casa discografica Jett Record. La loro vita cambia: trasportati nella realtà cittadina i tre conoscono lo sfortunato musicista Dave Seville, con cui vanno a vivere sconvolgendogli la casa, la vita sentimentale e quella lavorativa, formano un gruppo musicale e cominciano un tour per tutto il Paese.
Quello di cui non si rendono conto è che il perfido Ian Hawk, presidente della Jett Record, ha intenzione di sfruttarli in qualsiasi modo, disinteressandosi del loro bene e del loro affetto nei confronti di Dave, pur di arrivare a guadagnare soldi.


Alvin Superstar diretto dal regista Tim Hill, già regista delle trasposizioni cinematografiche di Garfield e Spongebob, è un film d’animazione che mescola ottimamente i personaggi creati al computer (i tre scoiattoli) con i personaggi in carne ed ossa e ripropone piacevolmente il successo del cartone animato.
I personaggi ricalcano fedelmente le caratterizzazioni originarie: Alvin è sempre egocentrico con la felpa rossa sovrastata da una grossa A, Simon è sempre il genietto con gli occhiali, Theodore è il tenero mangione che tutti i bambini desidererebbero avere.
Quando ho visto Alvin Superstar, il cui titolo originale è Alvin and the chipmunks, temevo di imbattermi nella solita trovata commerciale fatta alla carlona, ma dopo pochi minuti mi sono dovuto ricredere, perché l’ho trovato ricco di gag piacevoli (i disegni di Alvin sui prospetti grafici di Dave, la cena fra Dave e Claire, i regali di Natale che i tre scoiattoli fanno al musucista), una musica accattivante (musica Hip Hop e alcune canzoni stile Boy band, con coreografie moderne e annessi balletti), una grande attenzione al particolare dove nulla è lasciato al caso, una bella prova recitativa da parte di Jason Lee (Dave Seville) come uomo con la sindrome di Peter Pan e di David Cross (Ian Hawk) nei panni dell’avido uomo d’affari, un ottima e fedele creazione degli scoiattoli in 3D (compreso di vestiti originali).
Concludendo: il film propone valori importanti come quello della famiglia (i tre fratelli vogliono avere un papà e lo vedono in Dave, che inizialmente sarà riluttante all’idea perché non vuole avere responsabilità) o quello della giustizia (il bene vince sul male, l’avidità e lo sfruttamento), senza essere pedante e seppur la storia sia abbastanza scontata e lineare, i novanta minuti di proiezione si vedono più che volentieri perché non hanno mai rallentamenti o cadute.
Consigliato quindi di sicuro a tutti i bambini e agli amanti dei film d’animazione. Non sarà Ratatouille, ma Alvin Superstar ha la simpatia necessaria per conquistare il pubblico.

4 commenti su “Recensione: Alvin superstar – gli scoiattoli canterini”

  1. Come non guardare il film con protagonisti 3 stupendi scoiattoli?
    Li seguo da una vita, avevo paura di rimaner delusa del film invece…è tanto carino!
    Alvin, Simon, Theodor son meglio della Pausini, Masini e Antonacci….si può far cambio?

    Rispondi

Lascia un commento