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Recensione: Alla ricerca dell’isola di Nim

In una sperduta isola vulcanica del pacifico meridionale, vivono una bambina, Nim (Abigal Bresin), di undici anni e suo padre, il biologo marino Jack (Gerard Butler). A far compagnia alla bimba, ci pensano i suoi animali, Galileo il pellicano, Virgola il drago volante e Salsiccia l’otaria, nonché i libri che raccontano le mirabolanti avventure di Alex Rover.
Un giorno, Nim, rimasta a casa ad aspettare il padre, partito alla ricerca di nuovi protozoi, riceve una mail da Alex Rover, che le chiede informazioni sul vulcano che sovrasta l’isola. La bambina, non credendo ai suoi occhi, inizia una fitta corrispondenza con Alex, non sapendo, che dall’altra parte a risponderle non è il suo eroe, ma la sua creatrice Alexandra (Jodie Foster), una donna agorafobica, che è l’esatto opposto del suo personaggio: paurosa, solitaria e poco intraprendente.
Le cose cambiano, quando la scrittrice, scoperta la vera età della sua amica di mail e la sua solitudine (il padre è dato per disperso in mezzo all’oceano), decide di correre in soccorso della bambina, superando, una dopo l’altra, le sue paure.


Alla ricerca dell’isola di Nim è una favola moderna, poco credibile (non è facile far convivere una realtà fatta di computer e satellitari, con l’idea che esista un pellicano capace di portare gli attrezzi per riparare la nave ad un naufrago), ma piacevole da guardare, merito dell’ottima prova dei tre protagonisti, un’insolita Jodie Foster, una bravissima Abigail Bresin (My little sunshine) e un Gerard Butler (300) versione rivisitata di Indiana Jones, che interpreta sia il personaggio fantastico di Alex Rover, che il caparbio padre della bambina (in mezzo all’oceano, non solo non si lascia andare allo sconforto, ma sopravvive, ripara la barca e riesce a tornare a casa).
La ricerca dell’isola di Nim non è solo un viaggio concreto, più che altro un’avventura tra le paure dei protagonisti che, una volta superate, ci accompagnano al lieto fine: l’unione dei tre protagonisti in un’unica famiglia.
Piacevole a livello tecnico, l’introduzione a fiaba del film con tanto di fumetti, il ritmo sempre sostenuto, le ambientazioni paradisiache proposte. Di contro, non mi ha soddisfatto molto la storia (a tratti quasi patetica, con gli animali che giocano col padroncino come se fossero in una puntata del cartone animato Piccola Flo), che oltre ad essere poco credibile (voi mi ricorderete che è una favola) ha dei passaggi abbastanza deludenti, come lo stereotipato gruppo di turisti in visita all’isola o lo scontatissimo rifiuto ricevuto da Alexandra da parte della piccola Nim, quando le rivela di essere lei Alex Rover.
Concludendo: Alla ricerca dell’isola di Nim, diretto dal duo Jennifer Flackett e Mark Levin (Innamorarsi a Manhattan), è un film adatto alle famiglie, piacevole e ricca di buoni sentimenti e messaggi positivi (prestare attenzione al mondo reale, affrontare le difficoltà, seguire la propria curiosità, l’importanza della famiglia), ma che non convince a tal punto da poter essere annoverata nell’Olimpo dei film da tramandare ai posteri.
Consigliato alle mamme e ai papà che vogliono andare al cinema con i propri figli. Gli altri possono aspettare l’uscita in Dvd.

6 commenti su “Recensione: Alla ricerca dell’isola di Nim”

  1. appena visto il trailer ho pensato: carino, ma il lietofine sarà patetico. Ma quanti film per famiglie esistono???? una voltà la moda, non cambiava????

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