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Recensione: Rovine – ma no, non esageriamo…

Non tutto in questo film, in fondo, è una rovina, anzi. Sto parlando proprio di Rovine (The Ruins), il nuovo horror vacanziero di Carter Smith, per chi cerca un’alternativa a Hulk al cinema e per chi non vede sangue sul grande schermo da tempo.
Sarà proprio la sete di sangue, ma a me questo Rovine è piaciuto. La storia, come potete arguire con una certa facilità, non è proprio l’apoteosi dell’originalità, ma una delle tante vicende surreali in cui dei giovani spensierati in vacanza finiscono vertiginosamente nella merda.
Amy (Jena Malone), Stacy (Laura Ramsey) e i rispettivi fidanzati Jeff (Jonathan Tucker) ed Eric (Shawn Ashmore) stanno per conludere la loro vacanza in Messico, a Cancun, tra un bagno in mare e un margarita; il fato porta tragicamente sulla loro strada Mathias, un giovane turista tedesco.


Mathias li conduce alla scoperta di misteriose rovine Maya, non segnate sulla cartina, intenzionato a raggiungere il fratello, che si è unito alla spedizione archeologica che lavora al misterioso sito.
Le cose prendono però la piega peggiore possibile. Le cose non stanno come dovrebbero, e la piramide è invece il covo di qualcosa di misterioso e terribile, che trasforma definitivamente la loro vacanza nel peggiore degli incubi.
Nascosto nell’antica costruzione si cela il giustiziere di turno, di cui non sto a rivelarvi l’dentità, non avrebbe senso e molti di voi mi odierebbero. Vi basti quindi sapere una serie di cose, assolutamente da non trascurare.
La prima è che oggi è difficile essere originali. E Rovine, in parte, quasi quasi ci riesce. So di aver appena affermato il contrario in apparenza, dicendo che si tratta di una variazione sul tema del classico horror vacanziero.
Ma nel contesto di tutto ciò che esiste e di tutto ciò che è stato detto in ambiente horror, qualche aspetto di originalità effettivamente fa capolino, anche se non posso citare niente per non rovinarvi la sorpresa nel vederlo.
Gli attori fanno il loro lavoro con una certa tranquillità, dalla tranquillità quasi eccessiva ostentata a colpi di bel fisico e risate post-adolescenziali, per planare su decessi abbastanza grotteschi e sempre molto violenti.
Il calarsi nel buio della spelonca ricorda The Descent, terribile discesa nelle tenebre folli di una grotta inesplorata, che si rivela una trappola mortale. Tuttavia non manca qualche aspetto di stampo vagamente ambientalista.
Il film è tratto dal romanzo di Scott Smith, e lo rappresenta con una certa dignità. Non mancano momenti gore, di etero e auto mutilazione, sangue e terriccio mischiati a muco e lacrime, più qualche balzo sulla poltrona.
Niente di più, si badi, ma chi s’accontenta gode. Ed io per un venerdi sera di sangue senza problemi mi sono trovato benissimo.

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