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Cartoni animati story – 25 – Daltanious

Kento è un teppistello che vive di espedienti insieme ai suoi amici Danji, Sanae, Mita, Jiro, Tanosuke e Manabu, tutti orfani, nel Giappone del 1995, devastato dai continui attacchi degli alieni Akron, capeggiati dal folle Kloppen.

Un giorno Kento, fuggendo nel bosco trova una caverna dove si nasconde il vecchio Dottor Earl, scienziato fuggito dal pianeta Helios, invaso anch’esso dagli Akron, per portare in salvo il principino Harlin e giunto sulla Terra nel 1945 durante il secondo conflitto mondiale. Il vecchio offre a Kento la possibilità di difendere la Terra utilizzando Antares (un piccolo robot) e Gumper (un Jet fornito di armi di tutti i tipi che poi verrà guidato da Danji).

Per formare il temibile Daltanious e contrastare in maniera più netta gli invasori c’è bisogno di Beralios, un leone robot dall’intelligenza artificiale, che solo un componente della famiglia reale di Helios può comandare telepaticamente. Durante uno dei tanti scontri con l’esercito Akron, Kento rimasto ferito, propagando una luce fortissima riesce a far tornare Beralios (il che dimostra la sua discendenza dai regnanti di Helios): il suo ritorno coincide con quello del super robot Daltanious col quale riuscirà prima a difendere la Terra, poi a liberare Helios e infine a conquistare Zaar, la roccaforte nemica.


Daltanious (Mirai Robot Daltanias) è una serie giapponese, di 47 puntate, che venne prodotta nel 1979 per Tv Tokio e trasmessa in Italia su Italia 1, nel lontano 1981.

Il cartone animato, che tutt’oggi si può trovare in 12 DVD, è uno dei principali titoli del filone dei Robot, che hanno fatto la fortuna dell’animazione giapponese.

A parte i mille combattimenti più o meno uguali fra Daltanious e i robot alieni, che non si capisce come mai attaccassero sempre uno alla volta e che avevano sempre lo stesso svolgimento (Daltanious si forma, è in difficoltà poi vince), sicuramente meritano di essere citate le profonde tematiche che si celano dietro a tanta violenza, come quella della clonazione (Kloppen, così come il Mega Imperatore Ormen, sono dei biodroidi, clonati per garantire stabilità all’impero nel caso fossero morti gli originali), che dà una spiegazione morale all’odio dei cattivi (il male nasce dal bene: se sono diventati così è perché sono stati sempre emarginati e se considerati inutili soppressi), o quella della povertà descritta in tutte le sue varianti (gente che vive in mezzo alle macerie di una città distrutta, facendo accattonaggio o rubando; bambini orfani che si uniscono per riuscire a sopravvivere) ancora molto forte nei ricordi dei giapponesi a 35 anni di distanza dalle due bombe nucleari che distrussero parte della loro Nazione.

Cosa ricordare della serie? I creatori, che meritano sicuramente di essere menzionati: Saburo Yatsude (character designer), Toshi Gofumi (arrangiamento delle scene), Kojo Akino e Akikiro Kanayama (animazione), Tadao Nagahama (Art Director), Norio Nashima (Direzione dell’animazione) e Hiroshi Tsutsui (musiche) solo per citare i principali; le armi principali di Daltanius, come i pugni perforanti, la lama cosmica, lo scudo protettivo, la balestra spaziale, i raggi sigma, la rete elettronica, i cerchi laceranti e la fiamma disintegrante, a cui si sono aggiunti in seguito le bocche di fuoco, la doppia morsa d’acciaio e la mitica spada infuocata; i nemici: il Mega Imperatore Ormen (clone di Ishimura), Knoppen (copia sintetica di Harlin), sempre accompagnato dalla sua fedele pantera Naba, i generali Mitzuka (testa di medusa immersa in una sfera sorretta da un corpo metallico di gorilla), Frozar (corpo umanoide violaceo con testa equina) e Savada (corpo umanoide con testa d’insetto), Nesia (femmina dal volto simile a un fiore) e Boider (umanoide dalla testa rocciosa).

Concludendo: ripetitivo nei combattimenti, ma dalla storia intricata e coinvolgente, ricco di simbologie, Daltanious è certamente uno dei cartoni animati anni ottanta da non perdere.

2 commenti su “Cartoni animati story – 25 – Daltanious”

  1. Un’alternativa notevole ai mitici robot di Go Nagai, anche se io continuo a preferire i prodotti di quest’ultimo… bellissimo però , anche perchè toccava delle tematiche importanti ancora oggi! Indimenticabile anche la sigla…

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