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Babel, la tv per gli immigrati arriva su Sky

Da lunedì alla posizione 141 del bouquet Sky ci sarà Babel, un canale interamente dedicato ai nostri nuovi concittadini, che cercherà di aiutare gli immigrati ad integrarsi al meglio in Italia, insegnando la lingua, le leggi e le opportunità del mondo del lavoro, senza dimenticare gli usi e i costumi delle loro realtà di provenienza.

Il canale, che nasce per colmare un vuoto televisivo e diventare un luogo in cui raccontare le storie di un’Italia che cambia, avrà un palinsesto originale e vario, dedicato giornalmente alle sei principali regioni di provenienza dello spettatore: il lunedì l’America Latina; il martedì la Romania; il mercoledì le Filippine; il giovedì l’Albania; il venerdì l’Africa; il sabato l’Ucraina. La domenica proporrà il meglio di quanto andato in onda durante la settimana.

Ai programmi specifici per regione Babel aggiunge alcune produzioni d’interesse generale, come il Babzine, magazine quotidiano realizzato in collaborazione con Stranieri in Italia (ore 20.30), ricco di news e servizi nelle lingue delle sei regioni principali, pensato per tutti coloro che ancora non parlano correttamente italiano e vogliono essere informati, con all’interno: una rubrica in italiano ricca di consigli utili su come vivere in Italia; Parliamoci chiaro, rubrica gestita da giornalisti di origini non italiane che fanno domande ai personaggi di spicco del panorama politico, culturale e sociale; Un parere per tutti, aggiornamenti su questioni importanti di ambito giudiziario e di grande interesse pubblico.

Il palinsesto prevede anche Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen, Generazione.it (programma che permette di conoscere i nuovi italiani di seconda generazione, che studiano e lavorano per un futuro di soddisfazioni), Il segreto del mio successo (storie di imprenditori, professionisti e artigiani, che sono arrivati in Italia e hanno vinto la loro scommessa con il destino), Food e Ricette (programma che propone piatti etnici descritti da cuochi che sono arrivati in Italia da lontano) e in prima serata film, serie tv, documentari e varietà in lingua originale sottotitolati in italiano.

Per aumentare l’interazione con il pubblico, Babel offre una community online su www.babel.tv (sito aperto a tutti coloro che vogliono condividere idee, riflessioni, proposte utili e suggerimenti).

L’amministratore delegato di Sky Italia Tom Mockridge in conferenza stampa ha spiegato il senso del canale (fonte QN):

Babel Tv è un canale di intrattenimento pensato per favorire l’integrazione, per aiutare gli immigrati a orientarsi nel mondo del lavoro, a conoscere le leggi italiane, a migliorare la conoscenza della lingua italiana. In questi anni, l’offerta di Sky si è arricchita di sessanta canali che parlano quindici diverse lingue del mondo e che rappresentano, per le comunità di immigrati, un importante punto di contatto con la loro terra d’origine. Con Babel Tv compiamo un passo ulteriore offrendo ai ‘nuovi italianì uno strumento concreto per aiutarli a vivere meglio in questo paese. Per questo crediamo che Babel Tv abbia un grande potenziale e speriamo che, presto, anche Auditel capiscache il mercato televisivo italiano è fatto anche di immigrati residenti in Italia.

Mockridge polemizza con l’Auditel:

L’Auditel ignora la comunità di immigrati residenti in Italia che ormai cinque milioni di persone. E questo è un errore grave che va corretto. Speriamo che, presto,anche Auditel capisca che il mercato televisivo italiano è fatto anche di immigrati residenti in Italia, che sono lavoratori e contribuenti, ma anche telespettatori e consumatori. Questo target, prezioso per molti investitori a differenza dei principali paesi europei, non è ancora rilevato in Italia: gli immigrati residenti privi di cittadinanza sono infatti totalmente esclusi dal campione Auditel. È chiaro che questa è un grave problema, sia perché non ci fa conoscere le reali preferenze di queste milioni di persone, sia perché non rende il campione rappresentativo di tutta la popolazione residente in Italia. E questo danneggia gli investitori pubblicitari che hanno così un quadro distorto del settore e dell’efficacia dei loro piani.

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