Home » Voyager, Roberto Giacobbo: “Siamo un marchio famoso in tutto il mondo”

Voyager, Roberto Giacobbo: “Siamo un marchio famoso in tutto il mondo”

Lunedì scorso è partita ufficialmente l’undicesima versione di Voyager. Roberto Giacobbo è partito da Gerusalemme ma, assicura, ci saranno puntate interessanti dedicate anche all’Italia.

Intervistato dal settimanale Tv, Sorrisi e Canzoni, ha commentato:

Parleremo in particolare della Roma sotterranea e dei suoi misteri. Siamo stati sotto Largo Torre Argentina, dove sono stati scoperti importanti resti risalenti all’epoca della Roma repubblicana del terzo e quarto secolo a.C., ancora chiusi al pubblico per lavori. Ma tutta la città è piena di tesori nascosti, o che abbiamo sotto gli occhi e non vediamo. Pensi solo all’obelisco egizio in piazza del Popolo.

 

Poi parla del successo di Voyager che, a quanto pare, raccoglie successi in tutto il mondo:

Siamo diventati un marchio. Produciamo circa l’80 per cento dei documentari che trasmettiamo e che poi rivendiamo ad altri Paesi. Perfino in Iran o in Corea del Sud. Al punto che giriamo ogni servizio in due versioni, una in cui sono in video io e una senza di me, rivolta agli altri Paesi. Poi alcuni preferiscono mandare “Voyager” così com’è, ma sottotitolato. Quello che m’inorgoglisce è il rispetto che ci siamo guadagnati, il bel rapporto con le università e i docenti che collaborano con noi. E poi penso ai nostri spinoff dedicati ai ragazzi, che dal primo febbraio diventano “Voyager Factory”, un contenitore di due ore e un quarto in onda al sabato pomeriggio su Raidue.

 

Infine, non poteva mancare un commento sulle parodie ricevute, prima fra tutte quella di Maurizio Crozza:

Credo che sia un sintomo di popolarità. Nessuno fa la parodia di uno sconosciuto. La più famosa è il “Kazzenger” di Crozza, ma prima c’erano stati “Stracult” e “Colorado”. Io mi diverto, anzi, spesso apro i convegni dicendo: “Sono quello vero”.

 

 

Lascia un commento