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Parla con me si farà, ma cambierà

Dopo le sollecitazioni dei consiglieri Rizzo Nervo e Van Straten, anche la dg Rai Lorenza Lei si sbottona sulla questione Parla con me. Il direttore generale promette che la situazione si risolverà e che il programma andrà regolarmente in onda anche se con un format diverso.

Il problema legato a Parla con me, prodotto dalla Fandango ma che la Rai vorrebbe produrre “all’interno”,  si risolverà il prossimo 7 settembre quando la faccenda verrà affrontata dal consiglio.

Giorgio Van Straten, intanto, ha commentato la dichiarazione della Lei:

Le soluzioni si trovano quando si vuole trovarle. La cosa importante era salvare la presenza di Serena Dandini in Rai: mi sembra che oggi anche il direttore generale abbia convenuto su questo. A parte la vicenda Santoro, le altre si sono chiuse tutte positivamente: la scorsa settimana è stata risolta la questione della tutela legale, principale impedimento al rinnovo del contratto con Milena Gabanelli, e oggi è stato anche approvato il contratto per Che tempo che fa.

Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 e Vincenzo Vita, senatore del PD, restano comunque allarmati dalla situazione attuale della Rai:

Prendiamo atto con piacere delle rassicurazioni del dg Rai in merito alla messa in onda del programma Parla con me. Dobbiamo tuttavia far notare che Annozero è già sparito dai palinsesti, che Saviano ha già voltato per altri lidi, che la questione della tutela legale per Report non è stata risolta in maniera definitiva e che la questione generale della tutela legale dei giornalisti, condizione necessaria per l’autonomia editoriale, è ancora in piedi.

Giulietti e Vita hanno aggiunto:

Non bastano gli auspici, occorrono garanzie e certezze anche perché i programmi messi in discussione sono stati scelti negli anni da milioni di cittadini e purtroppo per chi oggi è chiamato a compiere scelte direttive nella Rai sono tutti programmi che stavano nella lista nera del premier. Sta al gruppo dirigente eliminare il sospetto che esista un legame tra quegli ordini e i programmi ancora in discussione.

Un legame difficile da eliminare. Come l’allarme lanciato dai due parlamentari verso Rai 3, proprio in vista dell’abbandono ormai imminente di Paolo Ruffini:

Ci dispiace infine notare che prosegue la campagna di mobbing e di disturbo nei confronti di Rai3 e che questo costituisce una costante negli anni della Rai berlusconiana.

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