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Tamarreide: su Italia 1 i tamarri on the road raccontati da Fiammetta Cicogna

Da questa sera alle 21.10 su Italia 1 andrà in onda Tamarreide, il docureality che racconta, senza filtri e senza finti moralismi, il viaggio on the road intrapreso da 8 tamarri dai 19 ai 25 anni (provenienti da tutta Italia). L’obiettivo è quello di narrare la vita di persone comuni indagando lo spaccato sociale che rappresentano, per illustrarne l’autentico modus vivendi, i sogni, i valori, le ambizioni, definirne l’identità e misurarne il livello di “tamarraggine”.

Per sette puntate Fiammetta Cicogna descriverà, con ironia ed eleganza, l’epopea italiana affrontata per venticinque giorni da quattro ragazzi (il ventenne contadino Antonio, il ventiquattrenne postino Claudio, il venticinquenne spogliarellista Manuel e il ventiduenne disoccupato Marco) e da quattro ragazze (la ventiquattrenne ragazza immagine Angelica, la diciannovenne cubista Cristiana, la ventiduenne vocalist Marika e la ventitreenne barista Melissa).

Il viaggio dei tamarri, che si è svolto a bordo di uno sleeper bus, ha fatto tappa in strade, bar, musei, piazze e discoteche di 5 città italiane, dal litorale romano a Milano, passando per Napoli, Firenze e Torino. I viaggiatori di “Tamarreide” si sono addentrati nel cuore delle località per mettersi costantemente alla prova: Fiammetta Cicogna e il computer di bordo del camper, alla stregua di Hal 9000 di 2001: Odissea nello spazio, infatti, ha sottoposto i tamarri a insolite missioni, come interagire con la noblesse italiana, confrontarsi con quesiti culturali, gestire una sfilata, conquistare il cuore di una donna e paparazzare i vip più in voga.

Fiammetta Cicogna a Il Giornale rivela di essersi divertita:

Per me è stato uno spasso buttarmi in questa esperienza. Ho seguito i ragazzi protagonisti: loro su un grosso sleeper bus, con zone living, cucina, suite. Io dietro a bordo di una limousine. Insomma, io sono l’Omero che canterà le loro gesta.

La conduttrice sottolinea la differenza tra i suoi tamarri e i protagonisti di Jersey Shore:

Quelli sono cafoni. I miei sono tamarri doc. Sono il simbolo di un’Italia che c’è sempre stata, con il macho e la donna che vuole mettere in mostra la sua femminilità. Agli otto ragazzi propongo prove diverse … Attraverso di loro, scopriremo la filosofia pura del maranza. Per me è anche uno studio antropologico: se mi passa la battuta, è un po’ come continuare i miei speciali di Wild.

Per maggiori informazioni e le schede dei concorrenti vi invitiamo a visitare Mondoreality.

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