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Tv spagnola: stop agli spot su chirurgia estetica e bellezza

In Spagna, dalle 6.00 alle 22.00 non verranno più mandati in onda spot pubblicitari di cliniche estetiche, prodotti dimagranti, silicone e botulino. Questa è la nuova legge generale della Comunicazione Audiovisiva, che ha come intento quello di far capire agli oltre 400 mila spagnoli che annualmente ricorrono ai bisturi, che il successo si deve ottenere attraverso doti intellettuali e non fisiche.

Il 10 per cento di coloro che ricorrono ai bisturi, sono minorenni di 16 che non hanno bisogno del consenso dei genitori per aumentare seno o rinoplastica. La cliente più affezionata a questo tipo d’interventi è la donna tra i 35 e 45 anni con il 44 per cento della domanda, seguita dalla fascia 45 65, poi la fascia 18 – 30 anni rappresenta un bel 34 per cento delle entrate.

La nuova legge, proposta dal Governo di Zapatero ed approvata ieri alla Camera, è un modo repentino di mettere al tappeto l’industria spagnola che si occupa di protesi e similari, specialmente quella di José María Suescun Verdugo della multinazionale, conosciuta bene anche in Italia, Corporacion Dermoestetica (unica con titoli in borsa), con la quale ha assillato la popolazione spagnola mandando in onda solo nel 2008 14 mila spot, nonché 73 giorni interni di pubblicità si lifting, protesi e simili.

Corporación Dermoestética è un impero nato nel lontano 1979 investendo 7 mila euro e cominciando con il peeling e collagene alle labbra, dopo aver guadagnato i soldi ha aperto le prime cliniche della bellezza, cominciando a guadagnare quel tanto che gli è servito per sfondare in tutta Europa.

A distanza di anni, la multinazionale ha chiuso in Inghilterra, in Italia ed ha registrato nel 2009 perdite di 2,9 milioni di euro.

Tutto questo farà precipitare ancora di più l’industria del bello e perfetto, parlando di questo, la Corporación Dermoestética ha detto:

Il marketing è una delle voci più importanti, perchè si deve essere il marchio di riferimento

La legge generale della Comunicazione Audiovisiva si rivolge alle tv private poiché dal 1 gennaio le reti pubbliche sono escluse dal mercato pubblicitario.

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