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Recensione: Un’estate al mare

Un’estate al mare è l’ultima trovata di Carlo Vanzina, per proporre la comicità italiana del cinepanettone in versione estiva (cinecocomero): il risultato? Più comicità vecchio stile e meno commedia natalizia.
Il film si sviluppa in sette storie differenti, ambientate in altrettante località, ognuna introdotta da Gigi Proietti nei panni di un doppiatore, che, in sala doppiaggio, deve fare da voce narrante, prima di essere lui stesso il protagonista di un episodio, l’ultimo, il più gradevole insieme al primo che vede Lino Banfi, suscitare un riso amaro.
A Peschici, Nicola (Lino Banfi), torna in compagnia di una svedese (Victoria Silvstedt), spacciandosi per un emigrante che ha fatto fortuna all’estero. In realtà, vuole soltanto essere ricordato dai posteri, non per il cornuto che aveva lasciato la località pugliese, ma per un generoso benefattore (dona tutti i suoi risparmi alla città per costruire l’ala di un ospedale). Grande interpretazione di Banfi, seppur faccia costantemente il verso a se stesso (a tal punto che uno dei suoi famigliari è uno dei suoi classici imitatori).


Nel secondo episodio Cecco (Massimo Ceccherini) e Manfredi (Alessandro Paci), sono due amici in vacanza a Forte dei Marmi, il primo interessato alla fiorentina, il secondo alle ragazze. Comicità toscana anni novanta, nulla di nuovo, con insistenti battute volgari, ormai passate di moda.
Nel terzo episodio Italo (Enrico Brignano) e Luciana (Nancy Brilli), amanti e amici, alla vigilia di Ferragosto rimangono chiusi dentro l’ascensore di un palazzo romano e, dicendosi reciprocamente i reali pensieri riguardo l’altro, rompono il loro legame. Nulla di sconvolgente. Forse un omaggio a Quelle strane occasioni.
Nel quarto episodio Dudù (Biagio Izzo) gestisce un negozio d’antiquariato spacciandosi per gay, pur di riuscire a fare fortuna. Il colpo di fortuna del secolo è l’arrivo a Capri di un ricco americano che deve arredare la sua villa e gli dà carta bianca sul budget. Il problema sorge quando Dudù vede la moglie dell’imprenditore una avvenente ragazza (Alena Seredova) a cui non può resistere. Scegliere il sesso o i soldi sicuri?
Il quinto episodio, ambientato a Ostia, racconta brevemente la storia di Enzo (Enzo Salvi), padre di famiglia che si inventa una marea di bugie per sembrare quello che non è agli occhi del figlio. Storia di sicuro impatto, che è un po’ un pugno in pancia rispetto al resto del film.
Nel sesto episodio si rivede sul grande schermo Ezio Greggio impersonare un milanese, Ugo Persichetti, a Ischia, che accompagna la sua signora, la famosa cantante lirica Cosima, seppur abbia un occhio di riguardo per una violinista (Anna Falchi), con cui sarebbe dovuto andare in vacanza, che si trova casualmente nella stessa località di villeggiatura.
Nel settimo episodio entra in scena Gigi Proietti, che a Porto Rotondo, deve recitare ne La signora delle Camelie e a causa della sua memoria e dei suggerimenti mal colti crea un sacco di pasticci che regalano grasse risate (peccato che lo sketch sia di Dino Verde).
Concludendo: le storie raccontate hanno un gusto retrò, ma non annoiano perché sono tante e di breve durata. Non si riderà molto spesso e sicuramente le vicende sono già state viste milioni di volte e assimilate dagli spettatori, ma per essere un film estivo, creato appositamente per rilassare, Un’estate al mare è sufficientemente piacevole per essere visto.
Certo è che Vanzina avrebbe potuto osare di più, ma forse sapeva che, con nomi come Banfi e Proietti e belle ragazze in ogni storia, il film si sarebbe venduto da solo.

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