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Aniene, Corrado Guzzanti e il ritorno in tv della vera satira

L’ultimo programma di satira, quella vera, non la pseudo satira composta da canzoncine puerili e gags con i diretti interessati col sorrisino stampato sul viso, probabilmente è stato Decameron, il programma di Daniele Luttazzi bruscamente interrotto da La7, nel lontano 2007.

Stasera, quel tipo di satira, l’unica esistente e degna di essere chiamata tale, che fa storcere il naso ai potenti e non li lascia in un confortante stato di autocompiacimento, ha fatto il suo ritorno con Aniene, il breve (purtroppo) speciale a cura di Corrado Guzzanti.

Guzzanti, di cui l’ultima partecipazione televisiva è stata a Vieni via con me, ha dimostrato di essere in strepitosa forma, dando vita ad un ottimo programma di satira che meriterebbe di essere un appuntamento seriale: la situazione attuale analizzata con sprezzante lucidità, la genialità di Corrado al servizio di un quadro purtroppo desolante della nostra politica.

Guzzanti debutta con una semi-seria analisi della destra e della sinistra italiana, con lo schema del programma che ricorda proprio Decameron: tanti sketch legati tra loro dove il comico romano propone, a turno, i suoi personaggi.

Si inizia con il Massone, che si ritrova a trarre le conclusioni e a continuare il progetto di quel “golpe al rallentatore” trattato con successo già da Luttazzi:

Spostare finto attentatore Belpietro al finto suicidio di Mastella, Giovanardi come il Vendola di destra, un direttore di giorno per Il Giornale, niente aglio per Sallusti, mischiare le carte nei processi, far scappare tutti dalla Rai a La7…

Il Massone che, inoltre, introduce suo “padre”, ossia Licio Gelli, vecchio, incontinente e razzista più che mai che svela al filippino Ariel i più grandi segreti, tra cui il rapimento di Aldo Moro e l’attentato a Giovanni Paolo II, dei quali la colpa è dei “servizi segreti israeliani”. Gelli chiede anche ad Ariel, che si guarda bene dal rivelare la sua vera nazionalità, di recapitare varie e improbabili missive:

Ho scritto una lettera a Napolitano sui negri… Ho scritto una lettera a Bin Laden…

Esiliranti gli sketch su Frattini, ministro degli esteri che risponde sempre “Yes” sia davanti alle impietose critiche della stampa mondiale sia alle domande di scherno porte dagli stessi giornalisti:

L’Italia è una dittatura di un incapace! Siete la barzelletta d’Europa! E’ vero che mangia cibo per cani? Posso dormire con sua moglie stanotte?

Successivamente, tocca alla Mafia che festeggia 150 anni e che è delusa dallo Zù’ Silvio che “fai tanti proclami e non fai mai una minchia”, con il mafioso interpretato da Guzzanti che, convinto dal Massone, parteciperà, però, al rimpasto di governo previsto “alle 8 del giorno dopo a Palazzo Chigi”.

I personaggi si alternano con il ritorno del Massone che auspica un’uscita dall’Europa con l’introduzione di una nuova moneta, il debito pubblico e che chiede lumi a suo padre, Gelli, se valga la pena sperimentare finalmente quella cosa chiamata “democrazia” con quest’ultimo che lo invita subito a soprassedere.

In mezzo, spazio anche per Vulvia, Venditti, Benedetto XVI e Aniene, il dio romano che dà il nome al programma, inviato sulla terra per perseguire il bene.

E il mega-spot sull’imminente referendum che invita smaccatamente all’astensione (“Domenica e lunedì do una grande festa a Fregene, si mangia e si beve gratis”, “Andate a votare il 14, trovate meno gente!”) è la perfetta chiusa per un ritorno davvero in grande stile, con SkyUno che si è dimostrata terreno fertile per un ritorno sulla nostra televisione, speriamo definitivo, per la vera, grande, satira.

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