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Recensione: Questa notte è ancora nostra

Una relazione costruita per interesse e finisce per trasformarsi in amore; il confronto tra due culture che convivono nella realtà romana (e non solo); gli stereotipi che circondano l’universo cinese; l’happy end. Tutto questo è Questa notte è ancora nostra, il film diretto dal duo Genovese e Miniero (Incantesimo napoletano) e sceneggiato da Fausto Brizzi e Marco Martani.
Massimo (Nicolas Vaporidis) lavora nell’impresa di pompe funebri a conduzione famigliare insieme al suo migliore amico Andrea (Massimiliano Bruno). Insieme, nel tempo libero, suonano in un gruppo. L’occasione della loro vita capita quando un impresario (un simpatico Franco Califano, che interpreta un personaggio molto simile alla sua persona) è pronto ad ascoltare un loro concerto e la loro nuova canzone Occhi da orientale, a patto che trovino una cantante cinese con bella voce e bel culo. Le selezioni della voce non vanno bene, anche se a Roma, la comunità cinese è molto estesa.
Un giorno, durante il trasporto di una salma verso la chiesa, Massimo e Andrea si imbattono in una ragazza in motorino, che canta divinamente e deve essere loro. Il piano è quello di sedurla per convincerla ad entrare nel gruppo.
La ragazza sul motorino è Jing (Valentina Izumi) una ragazza cinese, a cui i genitori, per risolvere i loro problemi finanziari, hanno combinato il matrimonio. La sua migliore amica (Ilaria Spada) le consiglia di trovarsi un fidanzato per evitare di sposarsi.


Questa notte è ancora nostra è una commedia giovanile e romantica, costruita per sbancare al botteghino: oltre agli sceneggiatori di Notte prima degli esemi (se non l’avete notato anche la locandina è molto simile a quella del film di Brizzi), la colonna sonora è firmata da Daniele Silvestri, e il ruolo di protagonista è affidato a Nicolas Vaporidis (che si rivela sempre bravo, ma che dovrà dimostrare di esserlo anche quando non reciterà la parte del ragazzo romano innamorato, ma qualcosa di più complesso), tutti ingredienti per un successo garantito.
La pellicola si segnala positivamente per due aspetti: l’ottima interpretazione delle figure secondarie (fenomenale Maurizio Mattioli nel ruolo del padre romanaccio e bravo Massimiliano Bruno nella parte dell’amico fraterno) e la presenza di dialoghi, assenti in film di Mocciana memoria, che non esprimeranno concetti filosoficamente elevati, ma che perlomeno non esasperano il linguaggio per sembrare più giovanili o non ricorrono al buonismo per descrivere il rapporto fra due culture differenti solo per innalzare il livello del film.
Tra le note negative segnalerei, la mancanza di spessore dei protagonisti, abbastanza uguali a quelli di tutte le pellicole del genere, e la storia, che ha delle scene in cui sembra esserci scritto “Questa è fatta perché deve essere fatta” (L’avete mai provata questa sensazione?).
Concludendo: Questa notte è ancora nostra è un valido prodotto, da cui non bisogna aspettarsi un messaggio che ci cambi la vita, ma solo la descrizione di una situazione particolare in cui un becchino un po’ Blues Brothers e una ragazza che di cinese ha solo il nome, si incontrano, si usano e si amano.
Consigliato ad un pubblico giovane e a tutti coloro che vogliono guardare un film senza doversi impegnare mentalmente.

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