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Le Iene, intervista a Mauro Ferrari sul caso Stamina

Il caso Stamina continua ad essere molto discusso e Le Iene continuano ad occuparsene nonostante le critiche ricevute per aver esaltato troppo il metodo di Vannoni, adesso che è sotto accusa.

Giulio Golia ha intervistato Mauro Ferrari, Presidente dello Houston Methodist Research Institue, indicato dal Ministero della Salute come nuovo Presidente del Comitato Scientifico che dovrà occuparsi della sperimentazione del Metodo Stamina. Nell’intervista si parla subito delle polemiche che ruotano attorno al caso Stamina e che hanno travolto anche le altre commissioni, Ferrari risponde:

Ma no, facciamo il nostro mestiere al meglio possibile, con la coscienza. Io ho detto ai miei figli che stavo cominciando a lavorare su questo, gli ho detto “può essere che nelle prossime settimane leggerete qualcosa sui giornali che forse non ci farà contentissimi”. Pazienza. Fa parte dell’incertezza del mestiere. Facciamo il nostro lavoro, è una cosa importante, è un dovere civico e abbiamo fiducia che le cose andranno bene. Ho fiducia nella comunità.

E dopo la battaglia mediatica, il dovere di chi studia il caso:

Nella medicina contemporanea è importante, è proprio un cardine etico della professione che tutte le decisioni che hanno a che fare con la salute di una persona vengano fatte insieme alla persona stessa o, nel caso dei bambini, insieme alle famiglie. Quindi, naturalmente, non possono essere fatte soltanto dagli specialisti. Sono espressione della nostra civiltà, della nostra cultura, della nostre priorità etiche e per questo devono essere fatte tutti insieme.

Ferrari crede molto nel fatto che bisogna confrontarsi in maniera diretta e continua con i pazienti, ma l’Italia ha ancora qualche problema:

Purtroppo vedo che c’è un’asprezza, una violenza nella conversazione che secondo me è controproducente; se riusciamo ad abbassare i toni è più facile arrivare il prima possibile dove vogliamo tutti arrivare: portare sollievo, portare guarigione a chi soffre. Quindi abbassiamo i toni, mettiamoci ad un tavolo, teniamoci per mano e lavoriamo in armonia e con serenità rispettandoci, fidandoci, anche nelle differenze di opinione. È impossibile che non si possa fare. Ma l’altra cosa importante è che credo che questa sia un’occasione per l’Italia per rilanciarsi, anzi, per assumere un ruolo di leadership straordinario, perché l’Italia ha questa caratteristica, che è un po’ unica, che all’interno dello stesso potere c’è la possibilità naturalmente di omologare, di approvare i farmaci o le terapie, ma anche di farne entrare automaticamente nel prontuario, poi naturalmente su base regionale con le varie procedure che sappiamo, e anche stabilire il prezziario. È una cosa veramente rara, non so se ci sono altri paesi al mondo. […] Io vorrei invitare tutti a partecipare, a essere attivi in questa conversazione, non lasciate che la scienza succeda a voi e nelle vostre vite. Io voglio vedere partecipazione, ho bisogno del vostro aiuto in questo. Vostro, della stampa: siete importantissimi. La gente deve sentirsi chiamata a partecipare a questa conversazione, a partecipare a queste decisioni. Questa è la democrazia, questo è il principio di autogoverno che ci deve essere nella società civile e moderna, credo. Quindi, io sono contento di vedere che le famiglie partecipano e si danno da fare. Voglio sentire tutti, voglio essere contattato. Chiunque abbia delle buone idee me le mandi.

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