Mediaset: classifica manager più pagati

 E’ il presidente Fedele Confalonieri, l’uomo più pagato di Mediaset. Lo si apprende dalla relazione sulla remunerazione degli amministratori in vista della prossima assemblea del gruppo. Il manager ha guadagnato tre milioni e mezzo di euro (più 293mila euro di compensi in azioni) superando l’amministratore delegato e numero uno di Publitalia Giuliano Adreani, fermo a quota 3,3 milioni (più 176mila euro di ‘fair value’ dei compensi azionari), e il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, che porta a casa 1,4 milioni di euro (più 234 mila).

Sky sul Dtt, il matrimonio non s’ha da fare

 Avete presente il digitale terrestre? La rivoluzionari tecnologia verso cui sta convergendo tutto il sistema televisivo europeo, Italia compresa? Quella che ha drasticamente segnato la sorte di molti apparecchi televisivi ormai obsoleti, per la gioia delle aziende costruttrici un po’ meno per le nostre tasche? A oggi nelle zone come Roma e provincia convertite al dtt troppo in fretta, abbiamo tutti ben presenti i benefici a cui tale scelta scriteriata dettata da chissà quali interessi di parte, ci ha condotto: canali che vanno e vengono, segnali che spesso si bloccano (quelli della Rai in particolare) e soprattutto il clima di evidente deregulation in cui riversa la situazione delle frequenze dove a parte quelle di Rai e Mediaset, tutte le altre risultano distribuite alla carlona, con emittenti onnipresenti con più canali di seguito (tutti uguali) e altre anche prestigiose relegate in fondo alla “lista canali”, che ti costringono a una ricerca affannosa e non sempre coronata dal successo.

In un tale clima da far west si anima ancora una volta la contrapposizione tra i due colossi televisivi Sky e Mediaset. La prima con un indubbia posizione predominante sul satellite mentre la seconda favorita dal clima politico, decisa ad accrescere il proprio dominio sul dtt, già ricco di premesse grazie al fruttuoso riscontro dell’offerta Premium, spina nel fianco dell’operatore satellitare che ha visto un calo negli ultimi tempi dei propri abbonati.

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La sfida per il digitale terrestre continua. In attesa del definitivo switch off, previsto per il 2012, data in cui tutti i televisori italiani dovranno essere in grado di ricevere il segnale basato sulla nuova tecnologia, le Aziende televisive affilano le unghie, Mediaset in particolare, che prima e più di tutte ha investito energie e mezzi nel settore.

Dalla politica dei decoder, fino alla diffusione delle carte prepagate con le offerte Premium e la più recente Gallery, il gruppo di Cologno Monzese si propone di ottenere il massimo profitto, approfittando del nuovo e più favorevole clima politico.

Non è un caso che nell’ultima assemblea degli azionisti Mediaset pur non affrontando direttamente l’argomento elezioni, il clima fosse quello di scampato pericolo da una legge Gentiloni, per la riforma del sistema radiotelevisivo, che avrebbe seriamente ridimensionato le pretese del Gruppo, che ora può lanciarsi al galoppo verso nuovi e ambiziosi obiettivi.