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Switch off a Roma: insorgono le associazioni dei consumatori

Come è andato lo switch off da analogico a digitale terrestre a Roma? Secondo alcuni, come il ministero, bene, secondo altri, i consumatori in particolare, male (anche a Palazzo Chigi da ieri mattina, in tutte le tv della Presidenza del Consiglio, non sono visibili i canali Rai e Mediaset!). Partiamo dai dati certi: al numero verde del ministero per lo Sviluppo Economico dipartimento per le Comunicazioni alle 15 erano già arrivate circa 46000 telefonate (il 90% per assistenza per la risintonizzazione del decoder). Le proteste, però, sono più numerose.

L’associazione dei telespettatori cattolici Aiart, per voce del suo presidente Luca Borgomeo, fa sapere:

Troppi disagi per la popolazione, soprattutto quella anziana. Il passaggio al digitale è una grande rivoluzione, ma l’informazione alla cittadinanza doveva arrivare prima. La conseguenza è che la gente ha dovuto spendere soldi per acquistare il decoder, alcuni di loro hanno dovuto cambiare l’antenna e le vendite di televisori sono schizzate. Senza dubbio è aumentato il numero dei canali, ma sicuramente il digitale terrestre si è rivelato un’enorme possibilità di business per chi lavora nel settore tecnico della tv.

Più pesante il Presidente dell’Adoc Carlo Pileri:

I romani hanno buttato oltre 300 milioni di euro per essere la prima capitale europea senza tv. Il passaggio al segnale completamente digitale sta creando enormi difficoltà, soprattutto agli anziani. Da stamattina (ieri N.D.R.), il segnale in molte zone è debole o inesistente, molti canali, sia Rai che Mediaset, sono spariti. Anche chi sa riprogrammare il decoder, ed è la minoranza degli utenti, sta incontrando seri problemi a sintonizzarsi. La capitale è stata abbandonata a se stessa. Il 25% dei televisori non ha ancora il decoder, molti cittadini stanno comprando nuovi apparecchi con decoder incorporato, e molte antenne dovranno essere riorientate per captare il segnale. In questo modo vanno aggiunte alle spese per l´acquisto dei decoder, mediamente 120 euro a famiglia, i costi per l´antennista: 35 euro se si opta per un professionista convenzionato, più di 60 euro per gli altri. Chi rimborserà i romani, chi pagherà i danni?

Il Consiglio Nazionale degli Utenti ricorda che il problema del digitale si riproporrà pure a giugno:

Nel Lazio troppi cittadini hanno dovuto sostituire le loro vecchie antenne, e nelle zone più interne alcuni paesi, necessariamente, devono affidarsi alla piattaforma satellitare Tvsat perché la qualità del segnale non è ottimale. Tvsat prevede un decoder a carico del cittadino, mentre sarebbe stato meglio se fosse stato fornito in comodato d’uso gratuito dalla Rai. I problemi si riproporranno a giugno, quando saranno riaperte le case estive, e molti laziali verificheranno che il loro impianto non è adatto a ricevere il digitale.

Il presidente della DGTVi Andrea Ambrogetti assicura che i disservizi saranno risolti presto, al massimo tra qualche giorno.

Il Codacons, però, ha deciso di fare ricorso d’urgenza per ritardare lo switch-off:

Considerati i disagi patiti dagli utenti la presentazione di un ricorso d’urgenza in tribunale, finalizzato a posticipare la data dello switch-off in modo tale da consentire a tutti i residenti della capitale di ottenere le giuste informazioni e trovarsi preparati al passaggio alla tv digitale e per evitare che una parte della popolazione romana resti indietro e senza possibilità di vedere la tv.

Come andrà a finire l’Odissea romana? Il resto del Lazio vivrà la stessa situazione?

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