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Gad Lerner: “A L’Infedele non abbiamo mai trattato il pubblico come dei coglioni”

Nessun timore per Gad Lerner in merito all’arrivo di Fabio Fazio, Roberto Saviano e Michele Santoro (quest’ultimo caso è ancora da verificare) a La7. L’ex direttore del Tg1 ha dichiarato ai microfoni di Maria Volpe del Corriere di attendere con impazienza l’arrivo dei nuovi acquisti:

Non vedo l’ora che vengano Santoro, Fazio, Saviano, per tornami a occupare di religione, filosofia, storia. Questo è vero non è uno scherzo, è verissimo che questo nuovo flusso di pubblico così importante mi ha costretto a tenerne conto e a seguire l’attualità stretta più di quanto non abbia fatto nel passato. Sono però convinto che se L’infedele e La7 hanno credibilità nel raccontare l’oggi, quello che accade oggi, è perché i telespettatori sanno che ci siamo occupati di controriforma, dell’anima, di San Carlo Borromeo, di mistica, medievale femminile, cioè che dietro c’è un retroterra culturale in cui non gli abbiamo mai trattati come dei coglioni. Non abbiamo mai pensato che il pubblico è ignorante, che dovesse sempre avere davanti a se gli stessi personaggi della commedia dell’arte, che fanno finta di essere esperti in tutto, la solita compagnia del giro dei talk show televisivi. Gli abbiamo trattati con rispetto, dicendogli “siete c’è gente che ha voglia di fare uno sforzo insieme a noi, di studiare, di capire una realtà complicata”. E oggi, di nuovo, raccogliamo i frutti.

Lerner, in merito alla voci che danno per certa la chiusura del suo programma alla decima edizione (la prossima) non conferma né smentisce:

Diciamo che per un programma come L’infedele 10 anni… staremo poi a vedere ma sarebbe già qualche cosa di sufficiente, di soddisfacente, anche perché mi tolgo la soddisfazione di vedere il progetto con il quale avevamo incominciato che prevedeva, guarda caso, Enrico Mentana che prevedeva, guarda caso, Fabio Fazio. Ce ne abbiamo messo, abbiamo tirato la carretta ma ora si sta dimostrando un progetto vincente. Tornano, portano nuovo pubblico e evidenziano, appunto, che de La7 c’è bisogno in Italia.

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