Citizenfour, il documentario di Laura Poitras premio Oscar 2015 su Sky Arte

Diretto dalla regista Premio Pulitzer Laura Poitras, venerdì 26 febbraio alle 21.10 va in onda su Sky Arte (Sky 120, 400) Citizenfour, la vera storia di Edward Snowden e la cronaca dello scandalo spionistico più grande di tutti i tempi che ha travolto la NSA; a seguire Man On Wire, Oscar 2008 sull’impresa del funambolo Petit e Sugar Man, Oscar 2013 sulla vita del cantante Sixto Rodriguez.

Sciopero attori Usa: come andrà a finire?

E’ iniziata l’attesa per quello che potrebbe essere l’evento più grave del 2009 per lo show business americano: lo sciopero degli attori a quasi un anno da quello degli sceneggiatori. In queste ore la SAG (Screen Actor Guild), il sindacato degli attori Usa che ha rotto le trattative con l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers) associazione dei produttori, sta decidendo dopo un incontro all’Harmony Gold Theater di Hollywood, come comportarsi considerato che le “anime” interne al sindacato hanno un parere tutt’altro che unanime, circa lo svolgersi dell’agitazione.

Sono diversi i fattori che potrebbero influenzare il voto a favore o contro la decisione di scioperare, considerato che deve essere raggiunta la maggioranza del 75% dei votanti perché si possa procedere. Il punto è proprio questo: quanti membri della SAG andranno a votare? Ben 44 mila di loro sono iscritti anche all’AFTRA altro sindacato che di recente ha ratificato l’accordo e quindi non avrebbero molto interesse verso uno sciopero che di fatto li danneggerebbe . Se si considera poi che il 90% dei membri SAG guadagna non più di 28 mila dollari l’anno, mentre solo una minoranza vive esclusivamente del lavoro d’attore, mentre gli altri possono essere considerati “occasionali”, che interesse avrebbero questi ultimi a bloccare l’attività lavorativa?

Recensione: Il divo

Alla fine della sua settima legislatura per Giulio Andreotti (Toni Servillo), il politico italiano per eccellenza, c’è odore di Presidenza della Repubblica, ma così non è: per lui che già c’era quando è stata scritta la costituzione, per lui che ha guidato il partito più rappresentativo del Paese, la Democrazia Cristiana, per lui ad attenderlo c’è la resa dei conti con la giustizia, che lo processa per collusione con la mafia.
Paolo Sorrentino, ne Il divo, vincitore al sessantunesimo Festiva di Cannes del Premio della giuria, racconta la vita pubblica e privata del senatore Giulio Andreotti (e quindi gran parte della storia politica italiana), fatte di difficili decisioni, che l’hanno reso il personaggio più controverso della storia della Repubblica.
Il divo, uno dei nomi affibbiati ad Andreotti oltre a la Sfinge, il Gobbo, La Volpe, il Papa nero, Belzebù, un uomo ironico, descritto in tutta la sua regalità (le persone che lo circondano come se fossero parte della sua corte, la centralità della sua immagine in tutte le scene del film), è una persona che non ha paura di oltrepassare la sottile linea che separa il bene dal male, la cosa giusta da quella sbagliata.

Wind Music Awards: su Italia 1 la grande musica italiana

La musica italiana mostra le sue medaglie grazie ai Wind Music Awards, la prima importante kermesse canora dell’estate, in attesa del Festivalbar in versione ridotta (quest’anno solo quattro puntate) . Sul palco dell’Auditorium di Valle Giulia a Roma, lo scorso 3 giugno si sono alternati i più importanti artisti nostrani, la serata per ovvi motivi di tempo è stata suddivisa per la tv in due puntate proposte da Italia 1, la prima ieri, la seconda oggi alle 21.

Ampio lo spazio concesso alla musica live, cosicché la “crema” della musica di casa nostra si è potuta permettere di dare un ulteriore saggio di quella bravura che gli ha permesso di conquistare l’ambito premio, consegnato agli artisti che fra il 1 maggio 2007 ed il 30 maggio 2008, sono riusciti a vendere almeno 150.000 copie dei propri album oppure 30.000 dvd.

A condurre il programma un’accoppiata tutta femminile, la mora Roberta Brescia, un po’ impacciata e in fase di divorzio dal marito Roberto Cenci che destino ha voluto fosse il regista del programma e la bionda Cristina Chiabotto, la venere di Rtv che tanto scalpore ha destato per il suo abbigliamento adamitico a detta di molti poco consono alla trasmissione e che ai Wind Music Awards ha preferito darci un saggio del suo modo di presentare “singhiozzato”, lasciandoci quanto meno perplessi.

E’ tempo di MGM Channel

Passaggio di consegne alla mezzanotte di ieri sul canale 320 di Sky, dove Studio Universal con il film Spartacus di Stanley Kubrick, ha cessato le trasmissioni per lasciare il posto dopo circa un’ora di silenzio video ai promo, tuttora in onda, del nuovissimo MGM Channel.

Mentre le sorti di Studio Universal rimangono al momento incerte, a causa dell’infondatezza di notizie circa la possibile collocazione sul digitale terrestre Mediaset, eventualità da non scartare per il prossimo futuro, da questa sera alle 21, il canale della storica Metro Goldwin Mayer darà il via a una programmazione che dalle prime avvisaglie non farà certo rimpiangere quella del precedente “inquilino”.

MGM Channel è già presente in 120 Paesi e la sua library di tutto rispetto consentirà al pubblico italiano di apprezzare veri e propri capolavori della cinematografia fra cui cinquanta titoli in esclusiva come Passaggio in India, New York New York, Miami blues e molti altri film vincitori di Oscar e premi internazionali del calibro di Blow Out, Exodus, Vivere e morire a Los Angeles, Le strade della paura.
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Addio a Sydney Pollack

Si è spento ieri a 73 anni nella su casa di Los Angeles il pluridecorato regista-attore Sydney Pollack, un male incurabile diagnosticato dieci mesi fa lo ha stroncato in breve tempo, lasciando nel mondo della cinematografia americana un vuoto incolmabile. Proprio lo scorso anno era tornato a far parlare di se, recitando una parte importante nel thriller legale Michael Clayton, di cui è stato produttore, che vedeva protagonista George Clooney.

Ma il vero trionfo è stato senza dubbio quello del 1985 con La mia Africa, protagonista Meryl Streep, che interpretava una proprietaria di una piantagione di caffè in Kenya e Robert Redford nel ruolo di un avventuriero americano di cui lei si innamora. Il film aveva ottenuto 11 nomination agli Oscar e ne ha vinti sette, tra cui quelli a Pollack per la miglior regia e fotografia, nel suo palmares anche un Golden Globe, un paio di David di Donatello, un Nastro d’Argento a Venezia, una menzione speciale a Berlino.
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