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I Love Italy: tanto Furore per nulla

Su Rai Due è tornato Furore. Sì, perché la prima puntata di I Love Italy non è altro che la versione 2.0 del programma canterino condotto da Alessandro Greco tra gli anni ‘90/’00. Sono passati 5 mesi dal numero zero testato da Claudio Lippi (era il 30 dicembre 2010), ma davvero poco è cambiato da allora.

Al posto di Lippi c’è Massimiliano Ossini, il quale si è portato un po’ di lavoro da svolgere a casa. Infatti ti aspetti che prima o poi tiri fuori una caciotta stagionata nel frumento o un salume fatto di mammelle di vacche o qualche altro vino prodotto in chissà quale paesino sperduto del Salento, e quello che ti aspetti non è disatteso. Non si sa per quale ragione una miss si scarrozza un carrello di prodotti tipici per tutto lo studio nel bel mezzo della trasmissione.

Parlavamo di Furore, in I Love Italy non si fa altro che cantare ad ogni costo, in ogni modo, con qualunque pretesto. Per rendere il tutto più “karaokizzato” c’è anche Demo Morselli, ovvero l’uomo che dovrebbe andare in rehab per l’abuso di balsamo per capelli.

Come in ogni puntata di Furore non possono non mancare i prezzemolini tv più in voga. Ecco che troviamo a cantare a squarciagola il Cristiano Malgioglio d’ordinanza (con il ciuffo delle grandi occasioni, quello talmente mechato da sembrare fosforescente al buio) e la Carmen Russo con la solita faccia tesa allo stesso modo di una fionda.

Oltre a Massimiliano Ossini e Alessandra Barzaghi (e chi la schioda dalla sua postazione web?) c’è un’altra presenza che la fa da padrone oltre gli stessi conduttori. Si tratta delle luci, talmente potenti che danno un perenne effetto “apparizione della Madonna” e talmente accecanti che c’è bisogno di un paio di occhiali da sole per non perdere l’uso della vista.

Involontariamente comiche le parole di Ossini di ritorno dalla pubblicità:

Abbiamo deciso di dividere per queste ore il nostro paese, il nord e il sud.

Questo vuol dire che la Lega, in parlamento, è da anni che sta giocando a I Love Italy e nessuno lo sapeva.

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