Home » Ettore Andenna a Cinetivù: la tv italiana manca di qualità

Ettore Andenna a Cinetivù: la tv italiana manca di qualità

Questa settimana Cinetivù ha incontrato uno dei personaggi più rappresentativi della televisione italiana, Ettore Andenna, conduttore televisivo, giornalista, già europarlamentare, una lunga carriera alle spalle: ecco le sue riflessioni sulla tv di oggi e di domani!

Ettore Andenna è definito dai più uno dei padri della televisione libera italiana, ma il tuo esordio nel mondo dei mass media è stato a Radio Montecarlo puoi raccontarci questa prima fase della tua carriera artistica?

Frequentavo la scuola d’arte drammatica dei Filodrammatici di Milano, perché ero interessato alla regia e mi piaceva la storia del teatro, venne a fare un provino ai maschietti un signore francese, con una perenne pipa in bocca, che cercava una voce per il progetto di una radio italiana da Montecarlo e dopo due mesi ricevetti una chiamata per andare a fare un provino più approfondito. Andai a Radiomontecarlo, nel Principato, il 12 dicembre 1967. La mattina dopo ero in diretta, francamente terrorizzato, per due ore ad animare senza averlo mai fatto in vita mia. Ci sono rimasto per dieci anni. Quel signore francese era il grandissimo Noel Coutisson devo molto del mio modo di fare spettacolo a lui.

E poi arriva Il Dirodorlando ovvero la tv dei ragazzi….

Barabitte e barabitti, strangugliotti e maddezzuppi, valdomiri e ponterbi… e voi prodi baldostenghi, benvenuti alla grande Lovertanga carnascialesca! Cominciava così, andava in onda il sabato alle 17.00 su Rai 1 dal 1973 al 1975 e faceva dieci milioni di ascoltatori, di cui tre milioni di adulti che cercavano di capire questo strano linguaggio fra noi ed i loro figli o nipoti. E’ stata l’ultima vera trasmissione della Tv dei ragazzi. Ma prima avevo fatto Scacco al Re, con autori Terzoli, Vaime, Guglielmo Zucconi, Bianca Pitzorno, Cino Tortorella …e scusate se è poco.

Giochi senza Frontiere, hai condotto ben 103 puntate, è stata una tappa fondamentale che di fatto ti ha consacrato definitivamente come personaggio televisivo, secondo te perché programmi del genere non trovano più spazio nella tv di oggi?

Perché si ritiene a torto, è ormai una leggenda metropolitana, che costino troppo. Fino a quando era itinerante per l’Europa, essendo una coproduzione gestita dall’Eurovisione, ogni paese pagava la sua quota di partecipazione e si faceva la sua produzione. A conti fatti con questo sistema la Rai addirittura, tra introiti di partecipazione delle squadre, sponsors e lotterie europee abbinate alla trasmissione, ci guadagnava qualche manciata di milioni di lire. Poi quando si decise di farla in una sede unica dal 1996 in poi, i costi improvvisamente triplicarono. Mi sono sempre chiesto perché (lo so, ma meglio che non lo dica) e chi ci ha guadagnato, affossando comunque la trasmissione. In contatto con l’estero, con molti miei ex importantissimi, nelle loro nazioni, colleghi, mi viene detto che manca una vera trasmissione dell’estate da allora e molti Paesi sarebbero pronti a rimettersi in lizza e ci sarebbero anche dei quattrini della Comunità Europea a disposizione per promuovere le nazioni appena entrate, tipo Lituania, Ucraina, Bulgaria ecc. Bisogna trovare una televisione di una nazione “che conta”che ci creda e decida di provare, magari anche sul satellite che potrebbe portare la competizione anche fuori dall’Europa.

Per due anni sei stato direttore generale di Tele Montecarlo prima che venisse venduta, ti piacerebbe ricoprire di nuovo una carica simile?

Perché no? Mi sono divertito anche se è stato faticosissimo, ma con grandi soddisfazioni. Pensate che La7 trasmette sulla dorsale che creai io all’epoca per Tele Montecarlo e che qualche anno fa incontrai uno dei proprietari che subentrarono ai miei, decidendo di sostituirmi, e mi confessò che fu un errore perché la mia gestione fu l’ultima “attiva economicamente” nella storia dell’emittente.

Da appassionato sportivo per quasi 15 anni hai commentato le gare di Formula 1 e rally, c’è un episodio che ti è rimasto particolarmente impresso?

Tanti e tutti molto piacevoli. Dalla prova su una Formula 3 sul circuito di Monaco con un microfono ed un registratore sulle ginocchia (allora non c’erano ancora i radiomicrofoni) per vivere e far vivere le sensazioni di guida sul circuito con una macchina da competizione, all’intervista a Mario Andretti durante la quale un telone cerato carico d’acqua mi esplose in testa, ma io proseguii imperterrito perché ero in diretta mentre il pilota si scompisciava dalle risate. Oggi spero che cambino qualcosa in F1 perché dopo quarant’anni di passione sfrenata, due settimane fa, per il GP di Turchia ho preferito andare a giocare a golf e non mi era mai successo!

Una volta divenuto Eurodeputato come è nata l’idea della direttiva Televisione senza Frontiere che fissa le regole della politica televisiva nei singoli Stati dell’Unione?

Ero nella commissione sport, cultura ecc. ed eravamo in due su tutti a sapere di televisione, lo spagnolo ed io, si doveva stabilire una regolamentazione perché erano preoccupati soprattutto di quello che stava succedendo in Italia, non volevano che televisione selvaggia si espandesse anche negli altri paesi dell’Unione. Fu naturale affidare a noi due l’elaborazione della legge. Fu buffo perché avevo sei funzionari che “venivano a lezione” tutte le mattine per cercare di capire i meccanismi del mezzo di cui erano completamente ignari. Ogni settimana mi portavano il “compito” che io correggevo e cercavo di adattare alla mie conoscenze d’esperienza. Fu tutto pronto in tre mesi circa e dopo ce ne vollero ben tredici per la discussione l’approvazione, ma il bambino venne alla luce sano e robusto. E’ altrettanto buffo che il Paese che rispetta meno questa legge europea fatta da un italiano sia proprio l’Italia. Sono anche molto fiero di un’altra legge mia approvata all’unanimità, con applauso in aula (tutto mi sarei aspettato, ma di essere applaudito anche nell’aula del Parlamento Europeo proprio no, è il ricordo più bello), sui finanziamenti per la promozione e la divulgazione dell’operato del Parlamento e della Commissione europei e poi ancora una settantina di proposte di legge.

La Bustarella o Gran Bustarella il programma che hai condotto su Antenna 3 Lombardia, un modo divertente di denunciare i mali italiani?

Assolutamente no, un modo goliardico di far divertire la gente e farla uscire allo scoperto nel suo volersi divertire. Purtroppo non lo fa più nessuno.

Quali secondo te i pregi e difetti della tv di oggi?

I difetti si riassumono in una parola sola, quantomeno in Italia: qualità. Una veramente bassa qualità. Io guardo molto le televisioni estere, soprattutto quelle europee e mentre Francia, Spagna ed Inghilterra hanno una spiccata identità, noi abbiamo perso completamente la nostra. Anche le private che potrebbero sperimentare, assolutamente a low cost, non lo fanno e si adeguano o si omologano, calcio calcio calcio e far ballare la gente un po’ avanti con l’età per dar loro l’illusione di un’aggregazione come si faceva una volta nelle balere. Oppure scimmiottano le grandi produzioni senza averne le possibilità tecniche od economiche, con risultati stucchevoli. Ma questo dipende dal fatto che non c’è nessuno che provi a rischiare, io sono rimasto amico e mi sento regolarmente con Renzo Villa, il signore che ha inventato Antenna 3 e ci scambiamo sorridendo, a volte tristemente, impressioni attuali e ricordi vissuti, non ne possiamo più di sentirci dire “non sono più quei tempi“. Sono sempre i tempi delle idee, rapportate alle novità del progresso, basta che chi le ha trovi qualcuno disposto a prenderle sottobraccio ed a rischiare. Noi trent’anni fa l’abbiamo fatto e non mi pare che sia andata poi così male. Pregi della televisione di oggi sono in divenire, ma solo grazie alle nuove tecnologie, che in Italia francamente sono molto arretrate, mentre per quanto riguarda i contenuti, lasciamo perdere. Sono mooolto curioso di vedere, con l’avvento del digitale, cosa metteranno in tutti questi canali in più che ci verremo a trovare.

Se potessi tornare su una tv nazionale quale programma vorresti condurre?

UnoMattina, mi piace moltissimo la diretta ed il contatto improvvisato con la gente, ma anche Voyager o una trasmissione simile in cui c’è da girare il mondo e scoprire e far scoprire alla gente.

Come vedi l’espandersi della tv satellitare?

Per me è il futuro, molto più del digitale terrestre. In America dove ormai lo swich off è avvenuto il 10% della popolazione non vede più la televisione, questo non sarebbe successo con il satellite perché arriva dappertutto. Immaginiamoci l’Italia con l’orografia che ha cosa succederà, sarà anche peggio, tant’è vero che Rai e Mediaset si stanno comunque preparando delle piattaforme satellitari perché sanno che il problema prima o poi si porrà. Ma il futuro vero sarà quello dell’ IP univoco, il segnale personale che riceveremo sul computer e sul telefonino tramite una banda larga decente quando ci sarà.

Cosa c’e nel tuo futuro professionale?

Letture, gioco del golf, scrivo qualche articolo ogni tanto su riviste di nicchia, vengo chiamato ogni tanto a condurre qualche serata dove mi diverto un sacco a far giocare la gente. che si diverte a sua volta e mi chiede: “Ma perché non la vediamo più in televisione?“. La risposta è semplice perché nessuno mi chiama ed io sono uno che non chiede. E poi ho 25 anni meno di Mike e 10 meno di Pippo…quindi ho una carriera davanti e so ancora come si fa.

Lascia un commento