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Raccontami Capitolo II: riassunto ultima puntata

E’ tempo di bilanci, è tempo di tirare le somme: siamo infatti arrivati alla fine di questa serie che, tra un momento di tensione e uno di rilassamento, ci ha tenuti attenti fino a questa tredicesima e ultima puntata.

All’inizio, è il caso di dirlo, è grossa crisi. Il povero Andrea (Edoardo Natoli), scopre il raggiro di Sartori (Ivano Marescotti) e vede bene di rompere ocmpletamente i rapporti con lui. Francesca (Mary Petruolo) non ha la facilità di Luciano (Massimo Ghini) a perdonare, e Andrea torna a vivere a casa dei suoi genitori.

Dopo un dialogo di accoglimento col fratellino, che gli chiede incuriosito il motivo del suo ritorno nella camera in cui dormivano insieme, si addormenta pieno di pensieri. Francesca dal canto suo soffre molto, ma non è intenzionata a perdonare ad Andrea il tempo trascorso con Sofia.

Nel frattempo Antonio (Primo Reggiani) chiede la mano di Italia (Valentina D’Agostino), alla faccia del disappunto dei genitori di Antonio stesso. Il rapporto tra (Carlotta Tesconi) e Rocco (Fabio Ghidoni) si è ormai deteriorato quasi del tutto. La ragazza scopre infatti che Rocco ha buttato via una lettera che le aveva scritto Guido.

Una cosa del genere per Titti è insopportabile. Dopo un’ultima, decisiva discussione, negli occhi di Titti si delinea la decisione di tornare a casa, e un bel giorno Rocco torna a casa e Titti non c’è più. Titti è a Roma, e la famiglia è di nuovo riunita. L’incontro avviene in chiesa, in cui vediamo Padre Negoziante con Elena in una scena di inseguimento che si conclude con un “nuovo acquisto” per l’uomo di chiesa.

Le cose sembrano prendere una buona piega, anche se Francesca è ancora restia a tornare all’ovile. Purtroppo arriva una raccomandata di Sartori a rompere le uova nel paniere, su cui si richiede l’immediato saldo della somma, che ammonta a sessanta milioni. Pensate agli anni in cui si svolge la vicenda.

Luciano, costretto a tornare a lavorare con Sartori, ma come manovale, in modo da non legare il proprio nome a quello dell’eterno antagonista e nemico per eccellenza.

Dopo una serie di fortunati eventi tutto si risolve, in un finale consueto ma necessario per una serie come questa, che culmina nella scena del matrimonio e in un monologo sentito e accorato del Ferrucci più piccolo, che ricorda con serenità e malinconia i personaggi che lo hanno circondato durante la sua complessa e felice infanzia.

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