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Einstein: Liliana Cavani e il cast raccontano il loro nuovo lavoro

Al RomaFictionFest è stato il giorno della presentazione, in presenza del cast, del presidente della regione Lazio Antonio Marrazzo e del direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce, della miniserie televisiva Einstein, che vedremo sulla rete ammiraglia della Rai a fine ottobre/inizio novembre.

Saltiamo i preamboli e andiamo a vedere, brevemente, cosa hanno detto alla stampa i presenti:

Massimo Gusperti (Rai Fiction): Einstein è l’unico film che racconta tutta la storia della vita di Albert Einstein; in questo film si voleva raccontare la storia di un uomo e la società del suo tempo; è un film ricco di contenuti alti ed è rivolto anche al pubblico giovane.


Liliana Cavani (Regista): ho lavorato come se fosse un film (per lei non c’è differenza tra fiction e film, se non si parla di prodotto seriale) e grazie alla capacità della troupe ho velocizzato i tempi di produzione.

Claudia Mori (Produttrice): Einstein è stata una scommessa con la garanzia di Liliana; ci sono volute 15 settimane per prepararlo, ma erano necessarie, perché le certezze hanno bisogno di tempo; la scelta di Vincenzo Amato è stata difficile, ma è stato scelto lui per la sua credibilità nel ruolo.

Vincenzo Amato (Einstein): E’ stata una bella sfida; mi sono divertito; lavorare con Liliana è fantastico; quando ho ricevuto la sceneggiatura all’inizio mi sono messo a ridere perché non ci credevo di dover fare io la parte di Einstein, poi, dopo un attimo di paura, ho avuto la certezza di volerlo fare perché era un bellissimo personaggio.

Maya Sansa (Mileva Maric): bellissima esperienza anche per l’inusuale produzione formata da donne e per la grande complicità con Vincenzo; la storia è toccante, vera, umana e racconta anche il drammatico annientamento di una donna per l’uomo che ama.

Andréa Ferréol (Pauline Kock): è stata un’ottima occasione per lavorare con Liliana, una donna che ti spinge alla perfezione.

Vincenzo Amato: Einstein vedeva più lontano degli altri ed era una persona curiosa ed allegra.

Massimo De Rita (Sceneggiatore): non è stato facile ridurre un personaggio in solo 3 ore di film. Abbiamo scritto la storia in tre grandi blocchi: il rapporto con Mileva (bello e distruttivo), il rapporto con i figli (l’incapacità e la fragilità di un uomo) e il rapporto con la società (il suo messaggio).

Fabrizio Del Noce (direttore di Raiuno): fa parte del servizio pubblico parlare di grandi personaggi dell’umanità.

Così hanno risposto alle domande:

Cosa rende accattivante Einstein?
Cavani: la vita privata; il suo rapporto con i figli (sofferto per la distanza); il mix fra scienziato moderno e antico (era laureato in filosofia e si pone domande primarie); il raccontare la storia di un creativo solitario; la sua vita da uomo semplice; Einstein ti fa venir voglia di curiosare.

Come avete spiegato la teoria della relatività?
Isidori (fisico che ha collaborato al film): Einstein amava spiegare tutto in modo semplice, quindi abbiamo usato la semplicità, come quando lui spiega certi argomenti al figlio.

Quali indicazioni sulla recitazione?
Cavani: abbiamo letto la sceneggiatura per trovare la giusta misura per raccontare la storia per essere credibili prima di girarlo (il film è stato girato in inglese per farlo distribuire al cinema all’estero).


12 commenti su “Einstein: Liliana Cavani e il cast raccontano il loro nuovo lavoro”

  1. Cosa dire… sconcertante!!!
    Ho sopportato a fatica l’infinita serie di sciocchezze.
    Evidentemente chi ha messo in piedi questa colossale assurdità non ha la più pallida idea del motivo per cui Einstein è diventato uno dei più grandi, se non il più grande, tra i pensatori di tutti i tempi.
    Posso capire che ad un autore non sia richiesto di essere culturalmente preparato su argomenti scientifici (ammesso che gli sia richiesti di esserlo in altri campi) ma che non faccia il minimo sforzo, neanche quello appena sufficiente, per non dire sciocchezze, è il colmo.
    Capisco bene che in un film sia difficile affrontare un tema quale la relatività ma questo non dà a nessuno il diritto di trasformarlo in una barzelletta: dove sta scritto che l’unico modo per raccontare una cosa complicata è quello di raccontarne un’altra?
    Avete rappresentato Einstein come un cretino… gli avete fatto dire cose assurde, è come se aveste rappresentato Leonardo da Vinci disegnatore di fumetti passato alla storia per il ritratto di nonna papera o Dante Alighieri scrittore di fotoromanzi.
    Non vi siete nemmeno degnati di documentarvi dal punto di vista storico: avreste scoperto che tra la prima teoria e la curvatura dello spazio-tempo trascorsero dieci anni e poi avete confuso la relatività del tempo con il “fuso orario” avete supposto che Einstain abbia scoperto la “velocità della luce” roba da matti! e ho letto da qualche parte che vi siete avvalsi della consulenza di un fisico!!!
    Se aveste la più pallida idea della grandiosità dell’opera di quell’uomo… ma aimè temo che non potrete arrivare a rendervene conto.

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  2. @ Bruno:
    Ciao Bruno,
    diciamo che Liliana Cavani ha provato a rendere accessibile a tutti una mente superiore e che, a seconda del gusto personale, può piacere o no.
    Capisco la tua indignazione, ma ricordati che doveva essere una trasposizione televisiva!

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  3. Bene! siccome doveva essere una trasposizione televisiva non ci si poteva esimere dal raccontare fesserie! E me lo chiami “provare a rendere accessibile a tutti una mente superiore”. A me pare che Liliana Cavani sia riuscita a farla sembrare quella di un cretino che ha scoperto l’acqua calda.
    Mi dispiace mio caro ma non si tratta di gusto personale o del fatto che possa piacere o no: le inesattezze, gli strafalcioni, le fesserie sono indiscutibilmente e indipendentemente dai gusti personali, sintomo di cattiva professionalità. Sono concetti assoluti e non relativi, tanto per rimanere in tema.

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  4. @ Bruno:
    Ciao di nuovo Bruno,
    ti ringrazio per avermi risposto nuovamente. Io capisco ciò che dici, perché una mia amica è fisica e si è lamentata della stessa cosa. Sarei felice, se ti va, che tu spiegassi ai lettori che cosa trovi ridicolo, che cosa hanno sbagliato.
    Grazie ancora per la tua partecipazione!

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  5. @ Daniele:
    Si, ma non con esempi.
    E’ riuscito a farlo sembrare un cretino che ha scoperto l’acqua calda: un esempio? (secondo la Cavani, lui era in grado di spiegare le cose in maniera elementare)
    Inesattezze, strafalcioni, fesserie: esempi oltre a quelli citati?
    Io sto cercando di fare l’avvocato del diavolo, perché spero che mi scriviate un elenco corposo, affinché i nostri lettori si rendano conto di quello di cui parlate.
    Ricordatevi che più di 4 milioni di italiani ora Einstein lo immaginano come quello descritto dalla Cavani!

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  6. La questione ha senz’altro radici più profonde: è che la cultura dominante esula dalla scienza.
    A più di cento anni dalla scoperta se tu chiedessi a chiunque, ma anche ad una persona “colta”, cosa sia la relatività, difficilmente avresti una risposta.
    Siamo in effetti, nonostante la scienza, le scoperte, la tecnologia trabocchino attorno a noi, in una sorta di medioevo culturale dove l’ignoranza regna sovrana ma, attenzione, in modo inconsapevole: nessuno se ne vergogna… non è quindi un problema… va bene così. E’ proprio questo l’aspetto grave.
    Se io ora chiedessi a chiunque cosa fece di importante Napoleone, molto probabilmente riceverei una risposta più o meno esatta, forse un po’ vaga ma di certo non mi verrebbero dette cose del tipo “ha scoperto il fuoco” oppure “ha inventato il computer”. Se ora ti chiedessi cosa è un transistor sono sicuro che non sapresti rispondermi, eppure ora intorno a te, nel raggio di due metri, di transistor ve ne sono a decine di migliaia (certamente sai che il tuo computer, il telefono fisso, il cellulare, ecc. ne sono stracolmi) ma probabilmente non sapresti nemmeno dirmi cos’è l’energia, che differenza c’è tra corrente elettrica e tensione, cosa è l’inerzia, perché si accende una lampada ecc…
    Ovviamente non si può fare un film su Einstein a prescindere dalla relatività: sarebbe un assurdo voler narrare solo le sue vicende personali, sarebbe comunque una storia a metà.
    Un autore quindi, per parlare di Einstein, che lo voglia o no, si trova ad affrontare l’argomento ed evidentemente non è sufficiente chiedere qualche spiegazione ad un fisico e poi trasferirla nel film così come la si è capita, o meglio, come non la si è capita. Sarebbe forse necessario, prima che il film esca, farsi aiutare da un fisico e magari anche da uno storico, a correggere seriamente gli errori, gli strafalcioni, cosa che Liliana Cavani non ha fatto perché evidentemente lo ritiene superfluo, perché secondo lei non è grave se contiene quel tipo di inesattezze, tanto non se ne accorge nessuno….se l’attore fosse stato biondo allora sì che sarebbe corsa ai ripari.
    Invece di dire che Einstein scoprì la velocità della luce, cosa assurda, si poteva dire che scopri una strana proprietà della velocità della luce: non si somma con quella della sorgente e quest’argomento semplice, se spiegato bene con l’esempio dell’uomo che accende una torcia all’interno di un treno in corsa, sarebbe stato molto interessante per chiunque: Einstein lo spiegò proprio così.
    Si sarebbe dovuto evitare di dire, altra cosa assurda e sciocca, che ad una persona in moto veloce si allunga la vita perché non è affatto vero. Si sarebbe potuto insistere invece sulla cosa vera e molto più affascinante e apparentemente misteriosa che , se due persone sono in moto relativo veloce, ognuna di loro vede se stessa invecchiare normalmente ma vede l’altra invecchiare più lentamente perché in questo affascinante paradosso simmetrico è contenuto il vero concetto di relatività del tempo. Al diavolo il fuso orario che non c’entra nulla.
    Vorrei far notare un’altro aspetto della questione: agli occhi di chi ha “quel particolare tipo di sensibilità” e che non necessariamente deve essere un addetto ai lavori o uno scienziato ma che può essere più semplicemente anche una persona qualunque come il sottoscritto, un’opera scientifica come quella di Einstein appare proprio come un’opera d’arte e un film come quello di Liliana Cavani appare veramente come uno sfregio fatto all’opera… come i baffi disegnati sul volto della gioconda per un pittore.
    Potrei continuare ancora per molto ma credo di avere già abusato abbastanza dello spazio che mi state concedendo e comunque credo di essermi spiegato abbastanza.
    Ciao

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  7. @ Bruno:
    Questa si che è esauriente. Condivido in pieno e ti ringrazio.
    Vediamo se qualcuno avrà da obiettare o vorrà altre spiegazioni.
    Sei sempre il benvenuto!

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  8. L’intervento di Bruno è di qualità, e lo ringrazio molto. Io da digiuno scientifico avevo notato qualcosa di strano in molti passaggi, specialmente in quello del fuso orario, che in effetti non necessita di una laurea per essere additato! Però voglio spezzare una diversa lancia, e dire perché tuttosommato quest’opera mi sia piaciuta. Al di là degli eventi tecnici, come lo “strano” doppiaggio che adoro o le bellissime musiche, dal film della Cavani esce la figura di uno scienziato amante della poesia e della musica, uno scienziato che pensa a ogni cosa del creato come a un tutt’uno degno di essere messo in relazione. So che questo non corregge quanto ben detto da Bruno e da altri, ma la tenerezza di un Genio che insegna l’addizione a una bambina di 8 anni è rappresentata benissimo, e magistrale è l’interpretazione di Vincenzo Amato per tutta la durata del film. Si poteva essere esatti rimanendo lo stesso semplici e allettanti, e questo è motivo di amarezza per tutti. Ma insegna bene Einstein: se sai una cosa per dimostralo devi essere in grado di spiegarlo a tua nonna. E forse la Cavani non ha superato questo test dal punto di vista dell’attendibilità delle notizie fornite. Ciao a tutti!

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