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Dexter – Il serial killer buono

Si è da poco conclusa in Italia la prima serie di Dexter l’appassionante storia, un po’ Dr Jekill e Mr Hyde, di Dexter Morgan di giorno perito ematologo della polizia di Miami, di notte serial killer di altri assassini seriali.

Tratto dal romanzo di Jeff Lindsay Darkly Dreaming Dexter, la serie è andata in onda prima in America via cavo sulla rete Showtime (anche se adesso passerà all’ammiraglia Cbs), poi in Italia su FoxCrime. Mentre aspettiamo che venga trasmessa anche in chiaro riassumiamo la storia.

La prima stagione di Dexter narra in 12 episodi, di 50 minuti l’uno, l’indagine che la polizia di Miami, tra i quali l’ematologo Dexter Morgan (l’attore nominato per i Golden Globe Michael C.Hall), gli investigatori Debra Morgan (sua sorella adottiva interpretata da Jennifer Carpenter) e Angel Batista (David Zayas), il tenente Maria LaGuerta (Lauren Vélez) e il sergente Doakes (Erik King), esegue sul serial killer del camion frigo.


A far da sfondo alla storia principale, non solo ci vengono raccontate le vite sentimentali di Dex con Rita (Julie Benz), una giovane ragazza, madre di due figli, concepiti con un galeotto che la malmenava, quelle di Deb con Rudy e, più sfumate, di tutti gli altri agenti di polizia, ma con flashback continui, anche l’infanzia e l’adolescenza di Dex passata per lo più ad imparare le regole di vita e di morte esplicitate dal suo padre adottivo Harry (James Remar).

La novità della serie sta nel fatto che lo spettatore simpatizza con il protagonista che in questo caso non è il buono senza macchie, ma è un buono con una chiazza di sangue enorme, un serial killer. Di contro bisogna dire che lui segue un regolamento ferreo, un codice d’onore che gli permette di ammazzare solo i cattivi, accertati come tali, quindi se una giustizia esiste, lui è un giustiziere.

Forse è più interessante invece notare come in Dexter gli autori abbiano scelto di spiattellarci in faccia la realtà della finzione: con i suoi pensieri raccontati dalla voce fuori campo del protagonista, si può notare il contrasto fra la persona e la maschera che indossa. E’ indicativa la puntata ambientata durante la sera di Halloween quando Dexter per la prima volta si sente felice di non essere l’unico ad indossare una maschera. Col tempo pure lui si renderà conto che tutti fingono per il bisogno di essere accettati dalla società, concetto che da sempre tentò di inculcargli il padre, ma che lui non ha mai molto metabolizzato.

Concludendo: personalmente all’inizio ho trovato la serie troppo lenta, poi con la caratterizzazione degli altri personaggi e lo sviluppo delle indagini ho dovuto ricredermi: la tranquillità e la lentezza iniziale serviva a contrastare maggiormente la violenza degli omicidi, i suoi pensieri macchinosi a smascherare la finzione quotidiana della gente. Infine vorrei ricordare la splendida sigla iniziale che può essere vista come l’abitudinario prepararsi per andare al lavoro o come serie di modi per ammazzare una persona.

5 commenti su “Dexter – Il serial killer buono”

  1. Dexter è una serie tv innovativa,originale e gustosa.Il protagonista a mio modesto avviso è fantastico,mi sento di tifar per lui…del resto in tutti noi c’è un SERIAL KILLER!!

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  2. Mmm…..da convinto visionatore di quanto trasmesso dall’intramontabile tubo catodico,devo purtoppo dire che tal serie mi è passata inosservata!Imperdonabile screzio a cui cercherò di por rimedio tramite l’ausilio di internet o via cofanetto DVD.Prosit!!!!!!

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