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Day Break : l’eccezione che conferma la regola

Vi ricordate quando, in diversi post precedenti, non mi spiegavo come mai le reti italiane comprassero serie televisive di scarso successo dagli americani. Ebbene non ho ancora trovato una risposta, ma l’eccezione che conferma la regola (se ha avuto scarso successo negli Stati Uniti non merita di essere visto) si!

L’eccezione è una miniserie televisiva di 13 puntate, prodotta dalla ABC per occupare lo spazio lasciato dalla pausa invernale di Lost, chiusa per un vistoso calo d’ascolti, che è arrivata da pochi giorni in Italia su Steel, uno dei nuovi canali del digitale terrestre. Il suo nome: Day Break.

Day Break narra la storia del Detective Brett Hopper, ingiustamente incriminato per un omicidio mai commesso (sarà vero?), ricercato dalla polizia e da una gruppo di persone ancora ignote conniventi delle forze dell’ordine.


L’aspetto particolare di Day Break, diretto da è che il protagonista rivive sempre lo stesso giorno, quello contraddistinto dal suo arresto per la morte del vice procuratore distrettuale, Alberto Garza, dalla morte della sua ragazza, Rita, dalla minaccia perpetrata ai danni della sorella e dal tradimento della sua collega, l’agente Andrea Battle, senza riuscire mai a passare a quello seguente.

L’inizio (ore 6:18, lui nel letto con la sua ragazza, che si sveglia e deve andare a lavoro) e la fine (lui in una grotta o qualcosa di simile catturato e sedato, con il capo dell’organizzazione che gli dice sempre la stessa frase “Decisione, conseguenza”) non cambiano mai di molto, ma il resto degli avvenimenti è condizionato dalle scoperte che ha fatto Hopper vivendo lo stesso giorno in maniere differenti.

Il cast, oltre al protagonista Taye Diggs (già conosciuto per aver recitato in Grey’s Anatomy, Private Practice, Ally McBeal), e le sue compagne Moon Bloodgood (la fidanzata) e Victoria Pratt (la collega), vede tra i suoi attori, nomi di tutto rispetto come Mitch Pileggi (L’agente Skinner di X-Files), Adam Baldwin (The Inside) e Ramon Rodriguez (The wire).

Tra i pregi della serie vorrei ricordare inoltre il ritmo incalzante, l’ambientazione metropolitana, ma più di tutte la complessa trama, ben articolata ed avvincente.

Concludendo: peccato per la chiusura di Day Break, perché se è vero che la storia è ripetitiva, anche se in questo caso più che essere un neo è il suo punto di forza, e che l’autore Paul Zbyszewski non si è inventato nulla (l’escamotage di far rivivere al protagonista lo stesso giorno è stato usato pure da Antonio Albanese e ha origini molto più antiche), la serie meritava molta più fortuna di quella ottenuta. La speranza, per tutti gli appassionati è quella che ci sia una petizione per riuscire a convincere la ABC a produrla nuovamente, anche se non sembra essere possibile.

5 commenti su “Day Break : l’eccezione che conferma la regola”

  1. sn arrivato alla 6°puntata e devodire ke è molto appassionante nn capisco xkè il publico americano nn abbia seguito questa serie ke merita molto + di quello ke ha ricevuto…quindi avevo una domanda da fare:
    ma se gli americani nn sn arrivati a vedersi la prima serie, x via della cancellazione causata dai bassi ascolti, nn c sarà mai una seconda serie di questo telefilm????…se volete rispondere fatelo qui stesso.
    ciao a tt

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