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Il digitale terrestre cresce, ma solo quello Mediaset

Il futuro della televisione è nella tecnologia digitale, non siamo certo gli unici a dirlo, ma l’evidenza dei fatti con la “migrazione”, confortata dai dati di gradimento in caduta libera, di una buona fetta di telespettatori dalla tv ordinaria, verso canali alternativi come quelli su internet, ma in particolar modo i satellitari e del digitale terrestre. Soprattutto questa piattaforma composta dai cosiddetti mux, abbreviazione che sta per multiplex, su cui le aziende tv propongo la loro offerta, sta vivendo in queste ore una nuova giovinezza dopo un lungo periodo di letargo.

Appena un anno fa potevamo constatare che il 45% delle famiglie italiane, aveva un decoder, acquistato con gli incentivi statali, ma non sapeva cosa farsene. Nel marzo del 2007 il parco decoder installato era stimato intorno ai 3,7 milioni, ma solo circa 2 milioni di persone utilizzavano l’apparecchio, per lo più attirati dai servizi pay per view offerti da Mediaset Premium e La7 Cartapiù.

Un esame della situazione impietoso, che stava ad indicare come fossimo ancora indietro e male attrezzati in vista del 2012, data limite indicata dall’Ue per il passaggio di tutti i Paesi membri dall’analogico al digitale. Al giorno d’oggi lo status, non è migliorato di molto e solo la Sardegna sembra in grado di convertire del tutto, entro l’anno in corso, il segnale dei propri televisori. In cosa è cambiata la situazione? Vi chiederete.


Proprio qualche mese fa, il 30 novembre, Mediaset, azienda più delle altre (due sole in realtà: Rai e La7), lanciata nella rivoluzione sul digitale terrestre con la proposta Mediaset Premium, basata su eventi sportivi a pagamento fruibili con carte prepagate, presenta un nuovo canale gratuito denominato Iris destinato alla messa in onda di film, commedie e sitcom.

Allo stesso tempo viene annunciata la nascita entro il primo semestre di quest’anno di Bis, dedicato ai programmi cult del Biscione, anch’esso gratuito, con l’evidente obiettivo di rendere più appetitosa per l’utente, l’offerta del digitale non ancora all’altezza delle aspettative nonostante il grande successo di Boing, rivolto a un pubblico molto giovane.

Nel 2008, quella di Mediaset si trasforma in una vera e propria offensiva, destinata ad attirare il pubblico, fino ad ora allettato dalla sola offerta digitale disponibile di un certo rilievo: la satellitare di Sky. Nasce l’offerta Premium Gallery, con Joy, Mya e Steel tre canali a pagamento, che fanno delle proposte in esclusiva di film e telefilm, il loro piatto forte, oltre alla totale assenza di pubblicità e ad un costo per un mese di visione davvero irrisorio: 8 euro.

Mediaset grazie ai diritti acquisiti sulle produzioni di Warner e Universal, cala un poker d’assi a cui non è facile resistere e i fatti gli danno ragione. Alla data del 5 marzo 2008 i clienti attivi sono cresciuti a 2.420.000 rispetto ai 2.067.000 del 31 dicembre 2007, con un aumento di 353.000 unità registrato in soli due mesi.

Tanto di cappello all’Azienda di Cologno Monzese, la quale continua a vivere un momento di gloria ed espansione che a questo punto non conosce limiti, considerato che solo Sky, con cui tra l’altro si è riappacificata dopo le liti di qualche anno fa, può metterne in crisi il primato. Ma le altre Aziende tv (sempre le due di prima), che fanno? La Rai, è bloccata dalle ormai ataviche diatribe interne di chiara matrice politica che ne rallentano di fatto le iniziative, mentre La7, tra l’altro in odore di cessione da parte di Telecom, più di tanto non può fare.

Ed è di queste ore la notizia che ancora Mediaset, proporrà dalla prossima estate sul dtt, un nuovo canale tematico sportivo, dedicato per intero al calcio. Alla faccia del pluralismo, nel nostro Paese sono sempre i soliti ad andare avanti.

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