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Il Bene e Il Male riassunto quarta puntata 2 febbraio

Il Bene e Il Male continuano a intrecciarsi su Rai 1. Titoli significativi per le puntate di stasera: Il ministeriale e Ossessione. Storie di appalti marci, storie di tangenti e di avidità. Sardelli è un uomo spietato, lo odiamo fin da principio; il fatto è che fin dall’inizio tormenta il povero padre di Carlo, un uomo che ha fatto il passo più lungo della gamba un pò troppe volte.

Il suo terreno non funziona, le costruzioni sono ferme, più che a un commercialista, dovrebbe rivolgersi agli strozzini. Sardelli lo perseguita, gli sta addosso: vuole soldi, vuole sempre di più. Sullo sfondo delle vicende drammatiche del padre, Carlo gioca con una console portatile, spara, spara, spara.

Sul suo display compare un’esplosione dietro l’altra, e la cosa più brutta che può succedere, è di dover ricominciare il gioco. Non ci sono rischi, e può essere divertente: Carlo si impossessa di una pistola: va da Sardelli con la sorella che lo spalleggia, che gli dà forza e idee.

Carlo spara in aria, colpisce Sardelli, che cade, morendo. Il padre si auto accusa subito dell’omicidio, ma nessuno è convinto della faccenda. I dubbi vengono corroborati dalla successiva confessione dei ragazzi. Il padre rimprovera Claudio, ma quest’ultimo sottolinea il piacere che gli ha fatto: gli ha regalato qualcuno da odiare che non siano i suoi figli, e questo qualcuno è il commissario in persona.

Claudio (Gianmarco Tognazzi) è il motivo diretto della sparizione della cocaina dal commissariato: il motivo? Uno scambio. Forse per sapere qualcosa di più sull’omicidio di Fabiana (Gea Lionello ), magari. Le cose non vanno bene, e lo scambio non avviene.

Nella seconda puntata, Vanessa si suicida, e mentre muore telefona, fa uscire la sua morte, la sua anima, attraverso la cornetta del telefono. Nessuno l’ascolta, neanche la psicoterapeuta. Viene violentata, ripetutamente, dal suo “amore”, che la violenta e la lascia per terra, pretendendo un bacio di congedo.

Vanessa muore un momento dopo l’altro. La sua faccia perde consistenza, la sua espressione perde profondità. Il suo ex l’ha spuntata, ha vinto la causa per stupro tre anni prima; lei lo vuole morto, vuole fargliela pagare.

La dottoressa non trova segni di abrasione, o liquido seminale. Allora Vanessa corre alla polizia ed è Grazia (Bianca Guaccero) ad accoglierla, ma Vanessa scappa, rinuncia, non ne può più, non se ne può più. Torna a casa, e ad attenderla c’è sempre lui, seminudo, con una telecamera puntata.

Scene forti, quelle in cui lui la preme contro la porta, la schiaccia, lei cerca di divincolarsi, lui sussurra con fare violento e ossessivo. Lo sguardo di lei si svuota sempre di più, cerca di assentarsi, di non essere più.

L’uomo va però incontro alla giustizia una seconda volta, stavolta per mano dei nostri protagonisti, che non si fanno certo spaventare dal fattto che il Moroni sia stato già assolto in passato: stavolta l’accusa è quella di istigazione al suicidio.

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