Home » L’inchiesta – USA: sciopero degli sceneggiatori. Cioè?

L’inchiesta – USA: sciopero degli sceneggiatori. Cioè?

Oggi voglio occuparmi di un argomento molto delicato e interessante per tutti gli amanti di cinema e serie televisive: lo sciopero degli sceneggiatori negli Stati Uniti. La protesta, iniziata i primi giorni di Novembre, dopo la scadenza del rinnovo contrattuale che doveva avvenire entro il 31 ottobre, si concretizza nella totale sospensione di qualsiasi scrittura per serie televisive, film e show.

Perché protestano le penne dello show business americano? Dovete sapere che loro ricevono il compenso solo sull’opera prima e la sua messa in onda. Di fatto per le repliche, la vendita in Dvd, lo sfruttamento delle loro opere su Internet e qualsiasi supporto portatile, non fanno entrare nemmeno un verdone nelle loro tasche. Vogliono parte del ricavato di queste categorie.

Cosa comporta uno sciopero del genere? Se la WGA (la Writers Guild of America), l’associazione degli autori dello spettacolo, dovesse continuare, come alcuni ben informati sostengono, fino a Marzo, sicuramente oltre ad aver fatto saltare la premiazione dei Golden Globe, potrebbero far saltare anche la premiazione degli Oscar e questo, a livello di immagine (oltre che economica essendo la seconda manifestazione per importanza pubblicitaria dopo il Superbowl), per il cinema statunitense, sarebbe una delle maggiori perdite di immagine della loro storia. Inoltre uno stop alla produzione costringerebbe le società a licenziare molti lavoratori (la Warner Bros già ha già tagliato 1000 dipendenti)


La cosa ancora più grave e che senza battute non si possono girare film e serie televisive e ciò costringe i Networks americani a mandare in onda repliche (cosa che in Italia si fa regolarmente), con una costante perdita di pubblico, gli show televisivi ad essere cancellati o improvvisati (Letterman è riuscito con grande astuzia a ripartire, a discapito dei suoi concorrenti degli altri canali), i film a non essere girati.

Per farvi capire l’entità della situazione vi faccio alcuni nomi: il prequel de Il codice Da Vinci (Ron Howard, Tom Hanks), non riuscirà a vedere la luce per Natale, ma per Maggio 2009; Pinkville di Oliver Stone, il nuovo film di Bruce Willis, Superman, Shantaram, Castelvania non si sa nemmeno quando si gireranno perché non si sa se alla fine dello sciopero e ultimati i testi, gli attori saranno disponibili o avranno già altri ruoli da interpretare.

Se diamo uno sguardo alle serie televisive, alcune saranno dimezzate, Heroes e Lost salvo colpi di scena, altre cancellate (Eureka) e altre ancora, tante altre (da CSI a Dr.House, da Medium a Smallville), lasciate a metà, verranno concluse dopo la fine dello sciopero. Tutto ciò comporta o la cancellazione di intere serie televisive o, per il prossimo futuro un sovraffollamento dettato dal fatto che le serie finite in ritardo si potrebbero sovrapporre a quelle che partiranno regolarmente.

Chi appoggia la WGA: se fossimo in Italia tutti protesteremmo contro i manifestanti per i disagi creati, ma in America, dove manifestare ancora ha un valore, assieme agli scrittori si sono schierati interi cast come quello di Lost, Ugly Betty, Desperate Housewife, CSI Las Vegas e personaggi del cinema e della televisione del calibro di Ben Stiller, Robin Williams, Sean Penn, Woody Allen e Tim Robbins (gli ultimi tre, per protestare, hanno girato pure dei cortometraggi per descrivere il loro lavoro nel caso in cui non ci fossero dietro gli autori).

Per concludere: il mondo dello spettacolo americano non può permettersi di far proseguire lo sciopero perché rischierebbe il collasso e le maggiori società rischierebbero di perdere le loro migliori menti a scapito di società indipendenti o minori (è notizia di giorni che la United Artists ha trovato un accordo con la WGA, promettendo parte dei proventi del settore online. Questo comporta che per loro la società autori tornerà a scrivere. ).

Ci troviamo di fronte ad una situazione che in Italia sarebbe inimmaginabile, eppure in America uno dei settori nevralgici, l’industria dei sogni è in ginocchio. Presumibilmente ogni società farà accordi differenti con i propri autori, ma non dimentichiamoci che anche i registi sono in protesta e che quest’anno potrebbe essere l’ora degli attori e tutto ciò potrebbe ingrandire a dismisura il problema con ripercussioni mondiali (tranne in Italia, che se anche non dovesse ricevere nuove serie televisive andrà avanti con Don Matteo e Montalbano).

Io da appassionato cinefilo e “seriefilo” spero che il tutto si risolva a breve, ma se devo scegliere mi schiero per i diritti dello sceneggiatore, dell’autore, del soggettista, figure fondamentali per la buona riuscita dell’opera. Non mi credete? Accendete la televisione e guardate i programmi italiani, poi commentate.

3 commenti su “L’inchiesta – USA: sciopero degli sceneggiatori. Cioè?”

  1. Il fatto di star “dietro le quinte”non significa dover godere di meno prestigio(e denaro,motivo principale alla base dello sciopero)delle marionette di cui reggono i fili!!Un pò di sano caos è ciò che ci vuole per smuovere le acque,quindi un hurrà per gli sceneggiatori!!!!!

    Rispondi

Lascia un commento