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Recensione: Non è un paese per vecchi-film da Oscar

Una delle caratteristiche di Joel e Ethan Coen è quella di rendere interessante la storia più banale e scontata. In “Non è un paese per vecchi” un ordinario affare di soldi, si trasforma in incubo per tutti i protagonisti del film, tranne uno, il killer spietato che deve recuperarli.
Llewelyn Moss (Josh Brolin) è un cowboy del 21mo secolo, porta il cappello tipico dei mandriani, per dichiarare al mondo la fuori che lui è un uomo vero, solo che non immagina lontanamente cosa gli stia per arrivare addosso.
Un giorno si ritrova in mano due milioni di dollari, recuperati da un fuoristrada, dentro una valigetta, attorno un mucchio di cadaveri e tanta droga. Da quel momento la sua vita varrà meno di ogni altra cosa priva di valore. Sulle sue tracce arriva un killer inesorabile e psicopatico Anton Chiguth (Javier Bardem), nulla sembra poterlo fermare, neanche lo sceriffo Bell interpretato magistralmente da Tommy Lee Jones, che sembra appena uscito fuori da “Le tre sepolture”, film diretto e interpretato da lui di recente. La sua è l’immagine di un uomo ormai stanco e sul punto d’andare in pensione a cui capita spesso di tornare al passato con i ricordi e sogni ricorrenti.


Tratto dal romanzo di Cormac McCarthy, “Non è un paese per vecchi” appare come una storia semplice e scontata dicevamo, se non fosse che dietro la macchina da presa ci sono due maghi del cinema, veri maestri quando si tratta di dipingere, come su un quadro, i tratti caratteriali di ogni personaggio. Non è un caso che il film sia candidato a otto premi oscar e proprio questa notte potrebbe salire sul gradino più alto della celebrità, facendo incetta di statuette, lasciando gli altri a bocca asciutta.
La scelta dei personaggi appare azzeccata, anzi di più, sembrano nati per incarnare le tre figure, che rappresentano altrettanti profili dell’animo umano, di cui uno è il più inquietante: la pazzia, quella pura, che ti fa agire con estrema naturalezza, qualunque sia la circostanza. Dopo aver visto questo film, non vorremmo mai incontrare da soli Javier Bardem, eccezionale la sua interpretazione, lo sguardo stralunato e ebete che cela una furia distruttiva e cieca.
“Non si può fermare ciò che sta arrivando”, è una battuta chiave del film, degna descrizione dell’altra faccia dell’America, così aperta è tollerante e nel contempo vendicativa verso chi non la pensa come lei. La storia è avvicente e cruenta in perfetto stile Cohen, condita da una buona dose di ironia, perchè non c’è mai limite all’assurdo.
Può capitare poi che la sorte giochi il suo ruolo in base alle facce di una moneta, l’importante è indovinare il lato giusto, perchè in caso contrario le conseguenze potrebbero essere irreparabili.
Il titolo del film si spiega ulteriormente nel finale, che lascia attoniti e sul quale si deve riflettere, prima di accettarlo per quello che è.
Ci auguriamo di aver parlato a sufficienza di questo film, scrivendo tanto ma nello stesso tempo non rivelando niente, perché una pellicola così, come tutte quelle degne di nota, meritano d’essere viste.

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