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Recensione: Next

Cris Johnson (un bravissimo e imparruccato Nicolas Cage), alias Frank Cadillac, è un mago quarantenne di Las Vegas, che per arrotondare ruba macchine (che porta a Irv, interpretato da Peter Falk, anche in questo film maniaco di sigarette come il Tenente Colombo) e gioca al casinò vincendo sempre piccole quantità di denaro, che gli bastano per vivere bene senza dare troppo nell’occhio.
Cris è speciale, perché sin da piccolo ha un dono: riesce a vedere nel suo futuro prossimo (al massimo per due minuti), sapendo così, in anticipo, come comportarsi. Non solo: quando dorme sogna sempre una ragazza che non conosce, Liz Cooper (Jessica Biel) con cui si sente incredibilmente legato.
Un giorno, finalmente riesce a trovarla e a conquistarla, ma la sua felicità è interrotta dall’arrivo dell’agente governativo Callie Ferris (Julianne Moore), che lo sta ricercando per poter contrastare un gruppo di terroristi, che hanno in mente di far saltare una bomba nucleare a Los Angeles.


Il film diretto da Lee Tamahori, il regista di xXx The next level, è tratto da un racconto di Philip K. Dick, colui che ha regalato al cinema già le storie di Minority Report, Paycheck, Screamers e Atto di forza. Se a tutto ciò aggiungete i protagonisti Nicolas Cage e Julienne Moore, potrete immaginare un successo assicurato.
Next è veramente così bello?
La pellicola si presenta come un film d’azione a tutti gli effetti, con lunghe sparatorie, corse in macchina e bombe che esplodono, ma gli effetti speciali questa volta servono più da supporto per la parte thriller/fantascientifica (science fiction nel vero senso della parola) del film, che per rendere più adrenaliniche le scene: gli effetti speciali per la fase di concentrazione e dello sdoppiamento del personaggio in tutti i suoi futuri alternativi sono spettacolari e il fatto di non sapere mai quale sia il futuro scelto e quale quello solo visto, rende il film imprevedibile fino alla fine (gustatevi il colpo di scena).
Probabilmente il dubbio di essere di fronte ad un capolavoro iniziate ad averlo. Purtroppo non è così, perché Next ha una grande pecca a mio avviso: la storia della bomba nucleare.
Mi spiego meglio: tutto questo turbinio di azione e di tensione è tenuto in piedi dalla storia principale, ovvero l’idea che, l’agente del governo, abbia bisogno di Cris per trovare i terroristi. Questi ultimi però risultano essere insulsi e senza spessore (in confronto a quelli presenti in ogni stagione della serie televisiva 24 sono dei poppanti), si preoccupano di uccidere il protagonista invece di far saltare la bomba, parlano una babele di lingue differenti, non hanno alcun fascino e risultano soltanto carne da macello.
A livello stilistico vorrei sottolineare la grande attenzione che è stata data ai titoli, che, come avrebbe detto il mio professore di sceneggiatura, rappresentano in maniera grafica il film: all’inizio fotogrammi di orologio si sovrappongono al simbolo della Saturn Film e le scritte si materializzano instabili e in continuo movimento (come dice il protagonista nel film, il problema nel vedere il futuro è che ogni volta che lo guardi cambia, perché l’hai guardato), mentre i titoli di coda prima si riavvolgono velocemente dal basso verso l’alto, poi scorrono al contrario (dall’alto al basso).
Concludendo: Next si dimostra un ottimo film, che con la bravura del regista, un montaggio all’altezza dei migliori e un soggetto forte della firma di Dick, copre la falla enorme della scelta degli antagonisti.

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