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Recensione: Lussuria, attenzione

A due anni di distanza dall’uscita dell’acclamato e premiatissimo “I segreti di Brokeback Mountain”, il regista taiwanese, naturalizzato americano, Ang Lee torna a riproporsi al grande pubblico con un film destinato a far discutere: “Se, Jie” tradotto in inglese “Lust, Caution”.

In Italia il titolo avrebbe dovuto essere più o meno “Voglia sfrenata, prudenza”, ma è stato ribattezzato “Lussuria, attenzione” per le scene di sesso che vedono coinvolti i due protagonisti.

Ma andiamo per ordine. Siamo ad Hong Kong a cavallo degli anni ’30-’40, in piena invasione nipponica. Wang Jiazhi è una timida studentessa militante nella resistenza cinese, che ha il compito di avvicinare e sedurre Mr Yee, un noto politico al soldo dei giapponesi. Lo scopo è quello di tendergli una trappola per ucciderlo. Quello che Wang non calcola è il rischio giocare con la passione e niente andrà come previsto, in una storia in cui nessuno si salverà.


Un polpettone di novanta minuti filati a seguire sullo schermo studenti cinesi, intenti a progettare un omicidio, poi finalmente si scopre il motivo del titolo, con scene altamente erotiche (qualcuno si è sbilanciato con l’aggettivo “pornografiche”).

La violenza della passione che si concretizza in scene “dure” in cui Mr Yee prende la giovane Wang, la sbatte contro il muro e sul letto, per poi strapparle la biancheria intima e ammanettarla.

Beh, raccontato così, potrebbe far pensare ad un film hard, ma l’impressione che trasmette guardandolo è di un prodotto ben diretto e ottimamente interpretato intorno ad un tema -quello sessuale- che è difficile portare sul grande schermo, senza essere accusati di pornografia.

Gli attori protagonisti, Tony Leung e l’esordiente Tang Wai, si calano perfettamente nel ruolo degli amanti, tanto da far pensare che in alcune scene di sesso la finzione lasci il posto alla realtà. Merito anche di un Ang Lee attento ai particolari e capace di trasmettere attraverso le riprese l’idea di un amore vero e profondo. Scommessa vinta dunque per il regista che è riuscito dove altri hanno fallito, trasformando le proprie pellicole in pornografia bella e buona.

Per concludere: già vincitore del Leone d’Oro a Venezia, “Lussuria, attenzione” è un film che resterà probabilmente impresso per le scene più piccanti, ma che piacerà, nonostante la lunghezza (156 minuti), facendo aumentare la già vasta schiera degli estimatori del regista.

3 commenti su “Recensione: Lussuria, attenzione”

  1. Attento se lo guardi per le scene spinte sono deludenti. Per il resto è pesantissimo! Un plauso a Gioia che si è riuscita a pippare 156 minuti di film!

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