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Recensione: American Gangster – Lo spettacolo è servito!

New York, fine anni sessanta. Il giovane autista del boss mafioso Bumpy Johnson, Frank Lucas (Denzel Washington), alla morte del suo capo prende in mano le redini dello spaccio di eroina e diventa, come nel miglior gangster movie che si rispetti, il capo indiscusso del traffico di droga, quasi monopolista di tutta l’America.
New York, fine anni sessanta. Un poliziotto, Richie Roberts (Russel Crowe), diventa famoso per aver restituito una borsa con un milione di dollari (novecentosettantamila per l’esattezza), usanza non molto diffusa in mezzo agli agenti corrotti dell’epoca. Per questo, si merita il diritto di investigare sul giro di droga più grande d’America e su tutta la polizia corrotta che ne fa parte.
Quasi due ore e quaranta di film, tutte tirate, che raccontano in maniera superba, la storia realmente accaduta del più grande trafficante di droga di Harlem, Superfly, dalle origini al suo massimo splendore, fino al declino. Questo è American Gangster.


Ma American Gangster non è solo questo, è una colonna sonora splendida Hip Hop e R&B, è una fotografia curata nei minimi dettagli, è una trama che soddisfa ogni domanda, è uno spaccato della vita americana dei quartieri poveri degli anni settanta, è una denuncia alla speculazione sulla guerra del Vietnam (Lucas compra la droga direttamente alla fonte e la sorgente è proprio in mezzo alla giungla devastata dalla guerra.), alla speculazione sui morti (lo capirete vedendo il finale del film), è una guerra tra valori dove chi commette il primo errore perde, senza essere per forza quello con meno principi.
Magistrale l’interpretazione di Denzel Washington che col suo personaggio può avvicinare i grandi dell’Olimpo del genere gangster. Ottima anche l’interpretazione di Russel Crowe. La regia di Ridley Scott è superba e la sceneggiatura è firmata dal già premio oscar Steven Zaillian, quindi sinonimo di qualità.
Vi chiederete allora se questo film ha qualche difetto, dopo tutte le lodi che cantato. Uno abbastanza importante, ma per molti non determinante viste le premesse: American Gangster è un racconto di qualcosa già visto modificato ad arte e abbellito.
Personalmente ho trovato la pellicola quasi perfetta, ma credo che non possa puntare alla perfezione perché sono state realizzate altre opere già passate alla storia (Scarface, Carlito’s Way, Il Padrino, Gli intoccabili) che l’hanno resa prevedibile (con l’eccezione del finale, che si discosta dagli altri).
Frank Lucas ha molto di Tony Montana, umili origini, voglia di primeggiare, la capacità di eliminare la concorrenza e il successo che lo rovina, ma a differenza del cubano raccontato da De Palma, Frank non cerca la notorietà, non vuole ostentare la sua ricchezza, perché sa che proprio tanto sfoggio possa creare sospetti. Eppure quella piccola goccia di successo assaporata in pubblico (una pelliccia da cinquantamila dollari la sera dell’epico scontro Alì-Frazier) gli costerà tutto.
Richie Roberts e il suo gruppo di poliziotti incorruttibili ricorda molto, Ness e la sua squadra di agenti seri del film Gli intoccabili. Tra l’altro, come nel film di De Palma anche in questo di Scott il boss malavitoso non riesce a corrompere l’agente (ricco di pathos il confronto finale) e il bene trionfa.
Concludendo: American Gangster merita sicuramente la spesa del biglietto, anche per chi, amante del genere pensa di poter rimanere deluso confrontando il film con quelli del passato. La storia del boss è veramente piena di valori (la famiglia, l’umiltà) e ricca di capacità negli affari (non vi ho ancora svelato che Frank diventa il migliore perché vende eroina pura alla metà del prezzo della concorrenza), quella del detective è una continua trasformazione (da poliziotto, a capo di una squadra ad avvocato), instabile e incerta, quella comune un incontro/scontro tra due grandi leader. Se il bene trionfa sul male, il male però vive molto meglio.

9 commenti su “Recensione: American Gangster – Lo spettacolo è servito!”

  1. Gran bel film composto da un cast spettacolare.Denzel è come sempre il meglio del meglio e Crowe bravo nelle parti da uomo rude.Ridley Scott è un genio

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  2. Mi hai convinto, ho appena acquistato i biglietti online per vederlo stasera e poi, con la colonna sonora di Jay-Z non potevo mancare…

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  3. Devo dire gran bel film, anche se me lo aspettavo più d’azione. Ma è una storia vera, quindi giusto non sia così “esplosivo”.
    Non ho capito la scelta di inserire nel cast rappers come Common, T.I., RZA (li ho riconosciuti, oltre ad altri), ma tutti lavorano grandiosamente.

    Ah, pensavo le musiche fossero di Jay-Z, anche perchè il suo ultimo album si intitola American Gangster, e perchè nel trailer c’è appunto la sua musica, ed invece mi sbagliavo: Jay-Z non c’entra.

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