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Carlo Conti a Cinetivu: “Adattare format stranieri per l’Italia per me è un’eccezione”

Ha annunciato che, rispetto a quanto fa il conduttore nel format originale, lui non darà vita alle imitazioni. Ma nel corso della conferenza stampa di presentazione di Tale e quale show, il nuovo programma di Raiuno in onda da stasera, ogni venerdì, per quattro settimane alle ore 21.10, ha divertito con l’imitazione (davvero efficace) di Zucchero. Carlo Conti, al timone del nuovo varietà della rete ammiraglia dell’azienda pubblica incentrato sulle imitazioni di alcuni cantanti nazionali e internazionali realizzate da 8 vip, ci ha concesso un’intervista:

Vi siete posti, e se sì come, il problema di attirare anche il pubblico più giovane?

Io credo che il varietà non lo fai per un pubblico o per un altro. Io cerco, nelle cose che faccio io, di prendere il maggior numero di pubblico possibile, sperando che possa piacere a tutti. Delle volte ci riesco: L’Eredità, che ha un pubblico trasversale che va dai bambini ai nonni, I migliori anni, che ha fatto quei numeri perché è riuscito a prendere anche il pubblico dei trentenni e dei quarantenni. I migliori anni l’ho proprio pensato per i giovani perché io raccontavo a un gruppo di 100 ragazzi di 18 anni che quello che ballano in discoteca, magari, non si rendono conto che è un successo di qualche anno prima. Mi ricordo quando ho ospitato Carl Douglas che cantava Kung Fu Fighting, che in quel periodo era la colonna sonora di Kung Fu Panda, lo presentai dicendo che era un brano del ’74 e uno di quei 100 ragazzi mi disse: “Ti sei sbagliato, questa è la colonna sonora di Kung Fu Panda”. Anche in questo programma cerco di allargare il più possibile con la freschezza dei personaggi che sono in gara, con il senso del lavoro che dovrebbe interessare tutti e anche con i cantanti imitati, da Lady Gaga a Zucchero.

Avete obiettivi di ascolto?

No…

Contro avete Zelig…

Sì, uno dei programmi più longevi e più forti della televisione italiana; dobbiamo viverlo con grande rispetto. Non è un problema vincere o non vincere. Il problema è capire se questo prodotto può piacere e se si riesce a trasferire l’allegria e il divertimento ai telespettatori a casa.

Come mai avete tolto il televoto (presente solo nell’ultima puntata)?

Perché non lo ritengo necessario, non bisogna per forza difendere il televoto. Qui c’è un meccanismo forte: non solo ciascuno dei giudici darà la sua classifica ma ognuno degli 8 protagonisti ha 5 punti da assegnare ad uno degli altri; magari può capitare che uno dia il voto a se stesso. Pertanto il meccanismo è bellino; i voti non saranno dati con la paletta di volta in volta ma tutti alla fine proprio per dimostrare che la prima parte è varietà puro, con commento delle esibizioni.

Cosa rispondi a chi critica il fatto che nella televisione italiana ci siano molti format stranieri adattati?

L’ultimo format straniero che ho adattato risale, credo, a 7-8 anni fa. In questi ultimi anni ho fatto solo cose mie, da I migliori anni a Non sparate sul pianista. E’ un’eccezione… ogni tanto anche io posso rilassarmi (ride, Ndr). Peraltro è un format che, se vado ad aprire il cassetto, forse lo ho anche io scritto. Il vantaggio è che prendi la grafica già fatta, e la rielabori, certe basi musicali, e le rielabori. Così metà del lavoro è fatto.

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